Pradamano, 01- marzo -’03.
Scuola.
Una nuova gestione dei saperi per lo sviluppo del Paese.
Il principio secondo cui, andando a scuola, prima s’impara e poi si lavora, sta per finire. Oggi, l’obsolescenza delle conoscenze e delle competenze stà diventando così rapida, che il modello tradizionale del ciclo della formazione è inadeguato a soddisfare la complessità esistente imposta dal mercato globale. La crisi dello sviluppo economico e sociale nel Paese dipende, infatti, in buona parte, dalle vecchie politiche scolastiche.
Ora, la riforma Moratti vuole trasformare sia l’organizzazione sia la gestione dei saperi, cambiando profondamente le strutture della società italiana, rendendo il sistema più competitivo. Secondo la prospettiva federalista, la nuova scuola dovrà interagire con l’ambiente, con il territorio, con gli enti locali. Dovranno nascere compiti nuovi, sia nel modello organizzativo, non più burocratico, sia in un diverso modo di “essere” e di “svolgere” la funzione docente.
La vera sfida si giocherà nel cambiamento dei processi e nelle tecniche d’apprendimento, dove la logica della qualità e dello sviluppo dell’intelligenza creativa, permetterà la valorizzazione di tutti i giovani coinvolgendoli e portando ossigeno all’economia del Paese. Le nuove strategie scolastiche dovranno entrare in modo concertato e sinergico nelle politiche dell’occupazione, del lavoro valorizzando la Formazione professionale e unendola all’Istruzione.
La persona, posta al centro come principale risorsa, sarà aiutata a motivarsi, a crescere, a sviluppare interessi e potenzialità di conoscenza, di saperi e di competenze, eliminando i privilegi corporativi che ostacolano lo sviluppo delle varie forme d’intelligenza, di creatività, eliminando gli sbarramenti imposti nelle varie discipline. L’attuazione di piani di studio personalizzati e la certificazione delle singole competenze, daranno più peso alle responsabilità dello studente e alle loro famiglie.
L’utilizzo e la padronanza delle tecnologie informatiche, culturali e delle materie scientifiche permetteranno ai giovani di crescere nei saperi e un servizio nazionale di valutazione, misurerà dove starà andando l’Italia. La riforma Moratti avrà successo se ci sarà sinergia tra le varie Istituzioni. Così, lo sviluppo del Paese crescerà, promovendo una nuova gestione dei saperi e non diventeremo, nell’Ue, . “fanalino di coda”.
Eugenio Di Barbora
Pradamano