43° Capitolo
…mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse : PACE A VOI!…
Gesù risorto non conosce ostacoli spazio-temporali. Il suo corpo risorto è realmente in una nuova dimensione.
Perché non guardare più spesso o continuamente a quella realtà che è viva eternamente, ed è lì ad attenderti viva, piena, luminosa? Tutto il resto a cosa si riduce? Il tuo valore è posto lì, nella risurrezione.”(Padre Albino, Diario, p.188)
Risorgeremo con il nostro corpo: questo nostro corpo vedrà il Salvatore! Il resto cosa importa? Temiamo forse di non farcela? No: Egli è venuto per i peccatori e se crediamo in Lui Egli ci risusciterà. Basta solo credere nella sua infinita misericordia, perché Egli non gode della nostra rovina, ma ci ha creati tutti per la sua gloria. Non pensiamo quale posto sarà riservato a noi, alla risurrezione.
C’è una “mansione” per tutti.
Sbagliamo quando percepiamo il tempo come un semplice susseguirsi di istanti che non tornano più: in questo modo vanifichiamo l’esistenza che non ha alcun punto immobile di riferimento. Il tempo della nostra vita ha senso in Dio. In Lui verrà spiegato nella simultaneità l’infinito ventaglio degli istanti che si succedono.
Nella coscienza divina tutto è eternamente presente e non ha senso la stessa successione spaziale con cui ci rappresentiamo gli istanti temporali. In Dio (qui ci illumina la Risurrezione) ogni dimensione vitale è recuperata, non perché sia stata rimossa in un ipotetico dimenticatoio dell’inconscio, ma perché l’eternità di Dio è sempre oltre la dimensione spazio-temporale. Il nostro corpo “risorto” è tutto ciò che siamo stati, siamo e saremo, trasfigurati dalla sua infinita misericordia.
La vita eterna è il tutto presente unificato dall’attività trasfigurante e unificatrice del Creatore. Se ci mettessimo dalla parte del Creatore, dovremmo vivere già da risorti perché la resurrezione non conosce la barriera del tempo e dello spazio. Gesù non si è forse trasfigurato davanti ai suoi discepoli prima ancora del grande evento finale della sua vita terrena? Ma dovevano compiersi gli eventi drammatici della sua passione e della sua morte in croce.
A Lui interessava eseguire la volontà del Padre: in questo compimento si celava già in anticipo la sua resurrezione. Ognuno di noi, sulle orme di Gesù Cristo, deve adempiere la volontà del Padre calando nel momento in cui vive la triade morte-passione-risurrezione. Vivere solo in funzione di questo, consapevoli che ogni istante della nostra vita verrà riassorbito proprio nel momento finale della morte.
Quando ci immergiamo tra la “folla”, riflettiamo a volte sul fatto che ognuno di noi si aggira continuamente alla superficie delle cose e degli eventi. Si parla, si discute, ci si anima. Oggetto dei nostri dialoghi, però, sono quasi sempre dei frammenti che difficilmente puntano alla sostanza dell’unità del tutto. C’é molta più dispersione che essenzialità. “Comprendi che io trovo nella maggioranza delle anime il tumulto? Conflitti di desideri opposti alle preghiere che le labbra formulano…Tumulto di ambizioni, di interessi personali…Tumulto d’affezioni esclusive, di giudizi, di paragoni con gli altri che vi distraggono dal vostro dovere.
Tumulto di inquietudini e di preoccupazioni temporali che soffocano lo spirito di fede…Io desidero trovare nelle vostre anime un silenzio immenso come l’oceano dove affondano tutte le cose passeggere, un silenzio immenso come la Maestà di Dio. Allora dal più profondo della vostra anima voi sentirete salire una dolce voce: sono io. Sono io che desidero rivivere in voi…Prestatemi la vostra umanità…Fate quanto vi dico”. (Colloquio interiore p.249)
Probabilmente c’è in noi troppa paura nel considerare il misterioso fine per cui Dio ci ha creati: diventa impegnativo e spesso angoscioso perché non abbiamo sufficientemente fiducia in Lui, non crediamo che ai suoi occhi siamo infinitamente cari e che ha riservato per ognuno di noi un incredibile destino di gloria. Questo fa soffrire tremendamente il cuore divino di Gesù, il quale è morto per ciascuno di noi.
Non crediamo che Egli ci vuole “divinizzare”. La risurrezione finale sarà per ognuno di noi il più alto stadio di “divinizzazione” perché parteciperemo alla divinità di Cristo. Ma perché non sappiamo realmente accogliere questo incredibile dono?
Si parla dei vicini, delle partite vinte o perse, dei fatti di cronaca, della crisi economica, delle vincite alle lotterie, dei fallimenti, delle trasmissioni televisive…Il messaggio cristiano viene relegato alla messa domenicale, senza convinzione. A volte, in quei momenti, si hanno dei bagliori di fede, ma subito dopo ci si immerge nelle cose quotidiane e si dimentica ancora dell’essenziale.
Che siamo, cioè, destinati alla resurrezione finale. Scomparirà tutto il tumulto del mondo, finirà la dispersione della molteplicità delle cose e della vita terrena. Tutto sarà ricapitolato in Cristo, nel senso che ogni cosa troverà la sua ragion d’essere in Colui che si è incarnato per condurci all’unità vera del Padre con il Figlio e lo Spirito Santo.
“Ecco infatti io creo nuovi cieli e nuove terre” (Is.65,17)
“Io faccio nuove tutte le cose” e quindi faccio nuovo anche te! Ti faccio come ha i desiderato tu.
Tu desideravi amare e non ci riuscivi: ora ci riuscirai. Tu volevi la castità e hai pianto sui tuoi fallimenti? Eccoti, ora, ti faccio casto. Hai sognato di salvare tutti gli uomini e ti sei svegliato ogni giorno umiliato dal tuo egoismo e dalle tue paure : ecco ti faccio capace di comunicare con tutti i poveri dell’universo e di vivere finalmente il dono di te. (Carlo Carretto, Il deserto nella città, pag.128)
Così continuerei:
Avresti voluto essere paziente, ma hai fallito diverse volte: ecco, ti faccio vedere negli altri la mia immagine e ti trasmetterò calma e serenità per sempre, non dovrai più lasciarti prendere dall’ira verso un tuo fratello!
Volevi essere sempre attivo nello stato contemplativo, ma ti sei spesso lasciato andare nello scoramento e nella noia: ti dono occhi nuovi per vedermi in tutta la nuova creazione, per contemplarmi non solo nel creato ma anche attraverso visione diretta del mio essere !
Avresti voluto essere umile per imitarmi, ma ti sei lasciato invadere spesso dal cieco orgoglio: ora ti apro la mente e il cuore per accogliere in te le cose così come stanno. Nella verità divina tace ogni forma di orgoglio e la tua bocca emetterà eterne lodi per Colui che ha fatto bene ogni cosa. Sarai come un bimbo che stupisce di fronte alle novità!
La tua fede spesso vacillava e angosciosi dubbi invadevano il tuo animo: ora la visione è chiara ed evidente, il calore del mio amore paterno ti sorregge e ti dona una dolce sicurezza che abolisce ogni forma di stanchezza o afflizione.
Sei stato spesso tiepido o freddo nei miei confronti e in quello degli altri: ora ti rinvigorisco, ti dono il calore del mio amore che tu stesso irradierai su tutti e tutto e nulla ti rimarrà indifferente od opaco.
Avresti voluto essere prudente nel parlare, ed invece ti rendi conto di essere caduto spesso nella mormorazione, nell’ironia o nel pettegolezzo e per questo ne sei umiliato: ora vedrai chiaramente le stigmate di ogni essere umano verso il quale proverai un’autentica ammirazione per la grandezza della misericordia divina! Sarai solidale con tutti e non considererai nessuno più piccolo di te!
Sei stato spesso assalito da ogni forma di scrupolo che bloccava in te lo slancio amoroso verso me e gli altri perché avevi paura : ti faccio ora sperimentare per sempre la grandezza della mia misericordia. D’ora in poi non dovrai più temere della mia presenza, perché l’amore scaccia ogni timore!
La pigrizia e l’inazione hanno molte volte paralizzato la tua azione: coraggio, ora pensiero ed azione non sono più scissi. Tu fai quel che sei, perché l’evoluzione terrena, così come l’hai sempre concepita non c’é più. C’è solo evoluzione spirituale all’infinito…nella perfetta trasparenza divina.
Hai spesso fatto difficoltà ad accettarti così come sei, con il tuo corpo corruttibile e sottoposto a malattie, pericoli esterni e vecchiaia! Coraggio! Anche il tuo corpo è rinnovato: non ha più peso, non sarà più stanco, affamato, assetato, dolente, infermo, deforme. In Gesù Cristo lo rendo nuovo e splendente, come nella trasfigurazione. La tua giovinezza sarà perenne e nessuno potrà mai scalfirla. Il doloroso periodo di prova della vita terrena ti è servito per farti apprezzare la tua nuova condizione luminosa. Ora sei come un angelo. Spazio e tempo non hanno più senso perché non sarai più peregrino. La tua vera casa è Dio e in Dio tutto verrà da te glorificato.
Ti sei sentito nesciente ed ignorante. Ciò è dovuto ai limiti spazio-temporali, alla tua pigrizia ed a tanti fattori concomitanti. Io sono la Sapienza. Essa , nella visione beatifica, ti sarà infusa perennemente dallo Spirito Santo e, tramite essa, potrai scoprire cose insospettabili che nella vita terrena non avresti mai potuto conoscere. Il tuo stupore non finirà mai.
La tua preghiera era spesso distratta, frettolosa, frammentaria. Chiedevi molte cose materiali, che io potevo parzialmente esaudire per il tuo bene. Ti dimostravi piuttosto ingrato. Ora la tua preghiera più attiva sarà la preghiera di lode e di ringraziamento: riconoscerai con i tuoi stessi occhi spirituali l’enorme numero di doni che hai ricevuto dal Creatore dal momento del tuo concepimento. E ti sarà evidente il dono della Misericordia divina , più grande della vita stessa: ne canterai in eterno le meraviglie.
Se questi pensieri sono stati partoriti dalla fantasia di un uomo che desiderava tanto che si realizzassero, significa che il Creatore li vuole esaudire. Essi provengono da una creatura fragile e limitatissima : quali pensieri amorosi avrà Dio che è infinitamente più umile e misericordioso di noi?
Risurrezione significa vera novità interiore ed esteriore.
“La resurrezione non è la riesumazione del mio cadavere.
Quello non esiste più come il chicco di grano caduto nella terra. Esso semmai è solo più il segno di un’altra cosa che sta spuntando: la memoria di una storia vera, la mia, una continuità nella quale il meglio di me, la coscienza, ha trovato il suo ambiente e ha sviluppato la sua divina realtà a figlio di Dio. (C.Carretto, Il deserto nella città, p.128)
Non dobbiamo temere: il Padre raccoglierà di noi i momenti migliori e si dimenticherà delle nostre cadute, vigliaccherie, malizie. Esse, lo vedremo, costituiscono l’humus nel quale si disgrega il chicco di grano marcendo, ma dal quale spunterà l’uomo nuovo nello Spirito.
“E’ come se ogni grado dell’essere fosse chiamato a superarsi, restando se stesso pur sovresistendo in un modo superiore: così la materia nella vita e la vita nel pensiero.”(Filosofia della Risurrezione -J.Guitton p.155)
Il pensiero nel Cristo risorto – aggiungerei.