2° Capitolo

Marta , Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola &eegrave; la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta.(Lc.10,41)

Perché tanta agitazione nella nostra vita quotidiana? Crediamo o non crediamo nelle parole del Signore?
La giornata passa tra mille superficialità ed inutili preoccupazioni. Programmazioni, impegni, lavoro, fatica e stress, familiari da accontentare, acquisti, pagamenti, divertimenti. Tutte cose buone e lecite, anche se non sempre.

E l’essenziale? Il Signore cerca i frutti dietro le numerose foglie. Loda Maria che si era seduta ai suoi piedi per ascoltare la sua parola. Apparentemente inerte, tanto da suscitare la disapprovazione di sua sorella : “dille dunque che mi aiuti!”. Maria, però, si era scelta la parte migliore, quella, per intenderci, che dura in eterno perché ” non le sarà mai tolta”.

Il contemplativo è come un grosso albero sempreverde, il quale è ben radicato al suolo e resiste alle intemperie ed al vento più gagliardo delle bufere. Nulla del frastuono esteriore lo turba, non agisce perché “non sa altrimenti cosa fare”. La sua azione è sempre suggerita dallo Spirito, il quale spesso gli propone silenziosamente apparenti momenti di inerzia contemplativa che all’occhio del profano paiono perdita di tempo.

Padre Albino scrive: come quando ti alzavi prestissimo e andavi a tastare il freddo, la neve gelata che crocchiava sotto i tuoi piedi. Che pazzie! La tua vita è sempre stata fino a questo momento un assaporare la creazione, e anche un interrogare le cose, un ascoltare la novità nascosta entro le cose, e un rinvenire la luce che illumina le cose dalla parte nascosta, di là da esse.(DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO, p.176)

Questa contemplazione pare come una pazzia, ma è l’esigenza più importante del nostro essere messo a nudo di fronte alla realtà. Dio ci ha creati ed immersi in un’infinità di fenomeni, ma c’è in noi un centro fisso, duraturo, perenne, immortale, dal quale tutti i fenomeni possono essere osservati con distacco. La purezza interiore consiste in questo distacco e nel continuo riferimento a Colui che ha permesso questa incredibile pluralità di essenze e fenomeni.

La vera trasformazione del creato è quella interiore, dove dal nostro centro, innestato in Dio, si irradiano le potenze illuminatrici che danno un senso a tutto ciò che esiste. Maria Vergine col bimbo Gesù tra le braccia è l’icona più emblematica per questa attività interiore.

Ella aveva, tra le tante, un’unica reale occupazione: allevare suo figlio per donarlo all’umanità. I Santi Evangeli non hanno mai riferito di una qualche sua attività frenetica. Non fa strepito , non fonda organizzazioni, non realizza opere visibili…è solo presente in maniera silenziosa all’opera di suo Figlio, ed è presente in atteggiamento orante nella primissima chiesa.

La sua maternità nei nostri confronti deve essere recepita in questi termini : Ella è il prototipo dell’uomo rinnovato, il nostro autentico esempio da imitare. Come Lei, lo scopo della nostra vita è, in obbedienza al Padre, quello di allevare nel nostro più puro centro interiore Gesù Cristo, per donarlo agli altri. Di fronte ad una mansione così importante, cosa valgono la frenesia del potere terreno, le ricchezze temporali, la sete di dominio, l’orgoglio e la fama, la ricerca del benessere personale, la sapienza di questo mondo che causa spesso discussioni inutili?

Perché tanto attivismo se non è supportato da una sana consapevolezza che tutto è finalizzato ad una cosa sola? Maria si è scelta la parte migliore. “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo”.(1 Rom.12, 1-2)

Ad ogni inizio di giornata, appena svegliati, il nostro pensiero dovrebbe lasciarsi invadere dalle cose divine: eccomi qua di fronte ad un’altra giornata regalata da Colui che ha fatto bene tutte le cose. Egli ha permesso un’ennesima notte di riposo. Molti vengono presi durante il sonno tragicamente o dolcemente.

A noi ha dato ancora l’opportunità di offrirgli qualche libero atto d’amore. Fa, o Signore, che tutta la giornata sia per noi un continuo appagamento della tua volontà, la quale è santa ed è finalizzata al trionfo della verità e dell’Amore universale. Ogni azione dovrà essere indotta dal desiderio di vedere santificato il nome del Signore, attraverso atti di bontà ed altruismo nel clima di preghiera, cioè di intima unione con lo Spirito. Il senso della vita è proprio l’intima unione con il Padre.

Se recepiamo bene questo senso ultimo della nostra esistenza tutto diviene più facile e gioioso. Se sappiamo che Dio ci ama, nonostante i numerosi difetti, allora potremo diffondere la vera gioia in famiglia, a scuola, nell’ambiente di lavoro, tra gli amici. Toccheremo gli oggetti in modo diverso perché anche nella materia che sembra inerte vedremo pullulare l’energia vitale dello Spirito, il quale si manifesta in miriadi di modi nel pieno rispetto della nostra libertà di scelta.

“Anche la bufera che nessuno contempla, e la maggior parte delle sue opere , sono nel mistero.”(Sir.16.21) Vedremo negli altri il volto del Signore, perché ogni uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Affronteremo il dolore e la sofferenza con forza e coraggio, ben sapendo che nulla di ciò che esiste è inutile, come nessuna sofferenza è completamente inutile se la innestiamo nella volontà divina.

Suggerisce Padre Albino: “rendere gloria a Dio è il tema che deve restare vivo e vivificare tutta la vita e ogni giornata a ogni momento di essa. Non v’è altra ragione dell’esistere e del vivere: rendere gloria a Dio. Anche il caldo soffocante che mi comprime può essere un elemento valido che renda gloria a Dio. Anche questo disgusto e amarezza sono attimi che rendono gloria a Dio, situazioni interiori che rendono gloria a Dio, malgrado non sembri.”(Diario p.124)

Eppure l’assurdo sembra avvolgerci angosciosamente. Perché qui, così, ora, con questo modo di essere così incredibilmente complesso rispetto al nulla, ma così limitato e ripetitivo innanzi all’infinita pienezza dell’Essere? Che senso ha il tutto? Aveva proprio necessità impellente il Creatore di scagliarci in una realtà così effimera e particolare? Di fronte alla pienezza del suo Essere cosa è il nostro?

Egli potrebbe manifestare infinite forme dell’essere, la nostra è solo una tra tante possibili. Ma a che servono tante speculazioni sull’Essere? A conoscere forse meglio Dio? Ai suoi occhi sono sempre balbettii che non definiscono niente, proprio perché Lui non è definibile con i nostri concetti astratti. Non è definibile per natura: è l’Indefinibile.
Gesù Cristo non ci fa tante teorie sul Padre. Dice: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv.14,9)…io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro credetelo per le opere stesse… ci dice di credere almeno per le sue opere, non per le speculazioni. E ci insegna la via dell’amore pratico, dell’adesione totale alla volontà del Padre. In definitiva è proprio Lui il Segno che noi cerchiamo, il Logos, la ragione di ogni esistenza creata per mezzo suo.

Che mi importa, allora, se mi appare così misterioso il senso del tutto? Mi chiede solo di fidarmi e di seguirlo fiducioso nella via dell’amore, che è rinuncia di se stessi e contemporaneamente gioia, perché Egli stesso ci guida e ci conduce nella Verità dell’Amore. Il cristiano ha la certezza che è proprio Lui il senso di tutto quello che cerchiamo con purezza d’intenti.

Lo sappiamo, o Signore, che Tu ci ami e che da noi sei così poco corrisposto. Facci capire che ogni atto, gesto, respiro, battito del cuore, sguardo e movimento ha senso in Te e che il nostro essere è nel tuo Essere e vibra con Te se ci abbandoniamo fiducioso in Te. Tutte le ansie e le preoccupazioni fuori di Te sono così inutili e non fanno altro che ritardare il momento in cui il nostro piccolo essere sarà completamente fuso in Te. Sarà proprio allora che scomparirà in noi ogni interrogativo sul senso della vita, perché capiremo perfettamente che Tu sei il senso di tutti i sensi. E allora sarà assoluto silenzio.

E’ strano come spesso ci si affanna per cercare un senso a ciò che esiste, ad ogni fenomeno esterno od interno a noi. E’ necessario purificare lo sguardo : anche la ricerca assidua del senso è un’estrema e sottile forma di attaccamento, perché non permette di considerare il tutto per quel che è.

E’ importante anche accettare serenamente l’assurdità della vita. Il sottile ragionatore non si dà pace: non si accontenta delle cause prossime…scandaglia quelle più remote, ma si accorge che” tutto è vanità e un inseguire il vento” (Qoelet,1,14) Il vero senso, lo sappiamo per fede, si trova solo in Dio.

Ogni cosa, ogni vivente, ogni fantasia, ogni moto dello spirito ha in Lui il suo fondamento: solo allora potremo accettare serenamente ciò che per ora ci pare assurdo. Intuiamo che Egli vuole da noi un certo distacco unito all’abbandono fiducioso. Se il nostro pensiero non si allinea con il suo, vana è la nostra ricerca. Se tutto viene da Lui, tutto ha la sua ragion d’essere in Lui.

Fuori di Lui saremmo come quella meteora vagante nei gelidi abissi cosmici, la cui orbita muta con il mutare delle circostanze, fino a che non va a disintegrarsi in qualche oscuro pianeta extra-galattico.

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Dare gloria a Dio