L’uomo cerca per trovare ma troverà solo la possibilità di cercare all’infinito.

Elia si trovò un giorno a passeggiare in campagna con Simone, un giovane studente di filosofia di una città vicina, appassionato per Hegel e per gli esistenzialisti.
Mentre discorrevano sul razionalismo moderno, Elia si soffermava di tanto in tanto davanti a qualche albero dalle fronde robuste.

– Cos’è che ti attrae così tanto? = chiese ad un certo punto lo studente.
– Sin da bambino ho sempre avuto una grande attrazione per gli alberi. Mi soffermavo spesso ad osservarne le fronde, il tronco e la corteccia. – affermò Elia, continuando camminare lentamente.

Poi aggiunse:
– Quando trovavo un ceppo passavo molto tempo a riflettere su quei misteriosi cerchi concentrici fantasticando sul passato e sul presente. Avevo sempre in mente la parabola del granellino di senapa, quello che un “uomo ha preso e gettato nell’orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo di sono posati tra i suoi rami”. Nella mia ingenuità mi chiedevo come mai il Regno di Dio fosse paragonato a quel granellino : in me si stava sedimentando un’intuizione che prendeva corpo a sprazzi. Poi mi chiedevo: tutto ciò che esiste deve avere un senso! In effetti, procedendo nella ricerca, mi sono reso conto che ogni significante nasconde infiniti significati.

– Ma per il razionalismo moderno il simbolismo non ha senso, perché non dimostra alcunché! – osservò Simone.
– Ti sei mai chiesto perché l’Universo è proprio così come lo vedi? Non poteva apparire in forme completamente diverse? Pensi tu che in questo sterminato Cosmo non esistano forme di vita completamente differenti dalla nostra? Puoi realmente dimostrarmi il contrario? – osservò il saggio.

– Devo ammettere che hai ragione. Ma quale simboli intravedi? – chiese il giovane.
– Osserva attentamente i cerchi concentrici dei tronchi, la struttura elicoidale del DNA, la forma spiralica della galassia. E’ come se fossero lì ad indicarci il senso della nostra evoluzione! Dal microcosmo al macrocosmo non intravedi un “leit-motiv”, quasi un comune denominatore? – esclamò Elia con il volto radiante.

– E’ una spirale! – arguì Simone. – Poi proseguì:
– Per le scienze matematiche la spirale è una curva piana, caratterizzata da infiniti giri intorno ad un punto. Questa curva, che è illimitata come una retta, da una parte si arrotola infinite volte via via più strettamente intorno al suo polo O senza mai raggiungerlo, dall’altra se ne allontana sempre più sfuggendo verso l’infinito.
– Abbandona per un po’ l’eccessivo razionalismo ed entra nel tuo cuore. – esortò Elia.

Dopo una breve pausa di silenzio, continuò:
– Miliardi e miliardi di enormi Galassie come queste popolano l’Universo da noi percepito. Esso sembra limitato dalle nostre attuali conoscenze ma in realtà è assai più grande di quello che immaginiamo. Un’energia a noi sconosciuta ha dato inizio a quello che definiamo il Bing-Bang. La terra, minuscolo pianeta vagante nello spazio, è uno dei frutti di questa misteriosa energia che ancora la sta avviluppando, condensando materia intersiderale proveniente da tutte le direzioni più impensabili.

Ma la terra stessa, che sembra statica, è in movimento, come testimonia la sua crosta corrugata da un suolo elevato e depresso. Le montagne rappresentano il frutto più evidente del dinamismo della terra. Ed è proprio dalla terra che è potuta germinare la vita che ai nostri occhi appare così diversificata.
La coscienza sorta sul nostro pianeta è rivolta costantemente all’infinitamente grande, il Macrocosmo popolato di stelle, ed è stupita dell’Universo che si cela nell’infinitamente piccolo, il microcosmo.

La nostra Galassia forma un enorme spirale che ha una larghezza di centomila anni luce mentre lo stesso DNA, il mattone della vita, si eleva come una micro-spirale.
L’uomo è il frutto dell’Universo e ha dentro di sé dei semi, i semi del mondo dell’espansione senza limiti. Egli è l’essere più piccolo del sistema, eppure è da Lui che parte l’espansione.
L’Universo Infinito crea in sé questa spirale e l’uomo, una volta giunto al centro di questo vortice, ritorna verso l’Infinito.

Simone si avviò verso casa meditando e durante il cammino si soffermava ad osservare attentamente le margherite notando che avevano adottato la strategia della spirale. Contemplava anche i boccioli dei fiori i cui petali si aprivano secondo una leggera rotazione.
Giunto a casa vide sul mobiletto del salotto le conchiglie che aveva raccolto sulla spiaggia l’estate precedente e scorse in loro la meravigliosa struttura a spirale.

Da quel giorno Simone abbandonò l’eccessivo razionalismo per assaporare la poesia dell vita.