E’ grande chi riconosce l’altrui grandezza
Ogni volta che il saggio Elia si recava in Chiesa era disgustato della superficialità di molti fedeli: c’era chi chiacchierava, chi era distratto, chi giocherellava. I canti erano piuttosto scialbi e pochi rispondevano alla liturgia.
Un giorno ne parlò con il parroco e pensò di escogitare uno stratagemma.
Elia era noto per la sua saggezza e riceveva visite di personaggi anche molto influenti della nazione. Il saggio accoglieva volentieri tutti : bimbi, contadini, artigiani, avvocati, presidenti… per lui tutti erano importanti perché ognuno di noi – sosteneva – reca in sé “l’immagine e la somiglianza di Dio”, indipendentemente dal ruolo sociale o dall’età.
Un giorno riuscì a convincere il vicerè, che per lui aveva una grande ammirazione, a venire nella sua cittadina.
Fu dato l’annuncio anche in chiesa. Grandi furono i preparativi : stampa e giornali locali diedero molto rilievo alla notizia. Nel giorno prefissato la sala del municipio venne addobbata con striscioni e la banda cittadina accolse l’illustre personaggio. Tutta la cittadinanza accorse e applaudiva. Poi, durante il discorso, la gente, in piedi, stava in silenzio ad ascoltare. Alla fine applausi a non finire.
Passarono alcuni mesi e in chiesa fu dato un altro annuncio : entrouna settimana sarebbe venuto il re in persona a far visita alla città.
I mass-media diedero ancora più rilievo alla notizia. Molti furono i preparativi e tutti ne parlavano con stupore.
Moltissimi dimostravano gratitudine ad Elia per la sua mediazione.
Il municipio venne addobbato con fiori e tappeti di lusso, casalinghe volontarie venivano a dare una mano per le pulizie.
In quel giorno tanto atteso erano presenti in Municipio tutte le autorità cittadine, i cori e la banda, rappresentanti di enti ed associazioni filantropiche. La gente accorse in gran numero, anche dai paesi vicini. Quando il re entrò nella sala ben illuminata e ricca di festoni, tutti si inchinarono con rispetto e al momento del discorso non volava una mosca.
Per molti mesi dopo si parlò dell’avvenimento e la cittadinanza intera ne andava fiera.
Un giorno il parroco avvertì i fedeli che il saggioi Elia li avrebbe portati da un personaggio più illustre dello stesso re, in un posto più importante del Municipio.
Tutti i fedeli furono sbigottiti. Nessuno rusciva a sapere, nonostante le mille congetture, chi era questo misterioso personaggio così importante e il luogo d’incontro. In città non si parlava d’altro.
Nel giorno stabilito i fedeli, insieme ad altri, si trovarono in gran numero davanti alla casetta di Elia.
Il saggio si avviò verso il paese seguito dalla folla. Si diresse verso la chiesa. La gente bisbigliava:
– Forse è venuto il Papa in persona!
Entrato in chiesa, Elia, seguito dalla gente, fece una profonda genuflessione, poi si inginocchiò di nuovo davanti all’altare e stette per alcuni minuti in silenziosa preghiera.
Il parroco lo invitò a salire sul leggìo.
Elia parlò:
Confratelli! Ho visto l’entusiasmo con cui avete accolto gli illustri personaggi che si sono degnati di farci visita. Ho ammirato la vostra compostezza e l’attenzione con cui ascoltavate i loro discorsi.
Ma io oggi vi voglio far riflettere su una cosa: le autorità che avete onorato lodevomente da chi sono state create? E’ più importante il Creatore o la creatura?
Voi venite spesso in questo sacro luogo. Qui è presente il Creatore in persona sotto le semplici specie del pane racchiuso nel tabernacolo. Voi vedete solo delle ostie: non riflettete mai a chi appartengono? Voi sapete meglio di me che il Verbo incarnato è presente con il corpo, l’anima e la divinità proprio in quelle particole. Il Re dei Re, l’Imperatore degli imperatori, il Signore dei Signori lo avete innanzi a voi in questo luogo e non gli date nemmeno retta, non addobbate come si conviene questo tempio, lo pulite poco, ma soprattutto non ascoltate questo personaggio importantissimo nel più perfetto silenzio come dovreste!
Se credete veramente a tutto ciò, perché non vi comportate adeguatamente?
Da quel giorno i fedeli curarono molto di più la chiesa, le casalinghe facevano a gara per le pulizie e addobbare l’altare con fiori e le pareti opere artistiche.
Ma soprattutto i fedeli cambiarono atteggiamento ed il rispetto regnava sovrano in quel luogo così sacro.
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