Nessuno possiede l’intera Verità.

In quella città abitava il prof. Remi, uno scienziato molto fiero delle sue conoscenze. Ci teneva moltissimo a farsi chiamare “professore” e non si degnava di fermarsi a parlare con chi riteneva ignorante.

Elia, un giorno, decise di fare una passeggiata in città, anche perché doveva fare degli acquisti necessari.
Si fermò lungo il marciapiede di un viale ad osservare una scena : il prof. Remi, che lui conosceva da molto tempo, il quale rispondeva al saluto di alcune persone di un certo ceto sociale:
– Buongiorno professore!
– Egregio professore!

Anche una vecchietta salutò :
– Buongiorno professore!
Ma Remi non si voltò nemmeno per guardarla.
Poi lo scienziato, incrociando Elia, lo riconobbe e lo salutò:
– Illustre maestro!
Elia, si fermò e gli disse:
– Ti ringrazio della stima. Sinceramente, però, devo dirti che non ci sono maestri in assoluto. Noi tutti, possiamo essere maestri e discepoli contemporaneamente tra di noi.
– In che senso? – gli chiese l’uomo.

– Siamo ancora infanti, balbettiamo di fronte alla Verità, perché vi arriviamo gradualmente. Il nostro sapere è ben poca cosa rispetto alla Verità. Noi tutti impariamo gli uni dagli altri – affermò il saggio. Poi continuò: – Tu stesso in questo momento, a tua insaputa, sei un mio maestro perché mi stai dando l’occasione di riflettere sul termine “maestro”.

Verrò a trovarti! – gli disse l’uomo stupito dalla sua stravagante saggezza.
– Vieni il prossimo mercoledì – lo invitò Elia.

E così fece. Il giorno stabilito, l’estimatore si presentò alla porta del saggio che lo fece accomodare in cucina. Vide una scena insolita: cinque bimbi ciechi erano seduti attorno al tavolo mentre un gatto faceva le fusa proprio in mezzo. Ad un cenno di Elia si fermò in silenzio ad osservare la scena.

Uno di loro, accarezzando il gatto sulla schiena affermò :
– E’ simile al ghiro di peluche di mia sorella!
L’altro, toccandogli i baffi, disse:
– Ha sottili aghi, come il pino di casa mia.
Un altro, toccando il suo naso, affermò che era simile al suo orsacchiotto che teneve in camera.
Il quarto tastò la coda e affermò:
– Sembra una ciniglia della tenda di mia nonna!
Il quinto, toccandogli una zampa disse che aveva l’impressione di toccare un coniglietto di suo zio.

Tutti e cinque cominciarono a discutere su come era fatto il gatto e non riuscivano a trovare un accordo. Avevano tutti ragione ma anche torto.
Poi vennero i genitori dei bimbi a prelevarli e ringraziarono il saggio per la sua disponibilità.

Elia, rivoltosi allo scienziato, affermò:
– Vedi, non passa molta differenza tra noi e loro. Noi tutti di fronte alla verità siamo ciechi. Ne conosciamo una minima parte e abbiamo bisogno degli altri per arrivare a conoscere un po’ di più. Ma lo stesso non avremo mai finito di cercare l’intera verità per tutta la vita!

– Hai ragione – gli disse lo scienziato, non aggiungendo altro.
Remi se ne andò trasformato e più umile e da quel giorno cominciò a rispondere al saluto di tutti.

Per leggere un altro racconto cliccare:

La paura della morte

TUTTI I RACCONTI SONO COMPLETAMENTE INEDITI.
POTETE INVIARMI I VOSTRI COMMENTI :

e-mail:[email protected]