E’ più meritevole scoprire le altrui potenzialità che esibire le proprie

In un pomeriggio di primavera, Elia si mise a passeggiare in campagna, alla periferia della città.
A un certo punto si fermò davanti ad una vecchia casa ad osservare una donna sui quarant’anni la quale, mentre parlava da sola, tracciava con un sasso dei disegni sul ghiaino del cortiletto.

Dopo un po’ uscì un’anziana signora, il cui nome era Elvira, la quale, riconoscendo in quell’uomo il famoso Elia, chiamò subito il marito:
– Alfredo! Vieni che c’è Elia! Sù svelto!
Tutti e due si avvicinarono ad Elia chiedendogli di fermarsi un po’ con loro. Il saggio acconsentì, entrò e si sedette. Elvira gli offrì un bicchiere di vino e del formaggio e nel frattempo raccontava le loro vicende e le gravi difficoltà economiche in cui si erano sempre trovate.

Ad un certo punto Elia interruppe la conversazione e chiese il nome della donna che stava nel cortile.
– E’ Mariolina, una nostra nipote che noi abbiamo allevato perché rimasta orfana sin da bambina. Purtroppo non è del tutto a posto col senno e non possiamo metterla a lavorare fuori. Ci dà ogni tanto una mano in casa…ma non sa fare niente! In questa zona quelli che la conoscono la scansano. – disse Elvira con afflizione.
Elia salutò e promise che sarebbe ritornato presto.

Dopo qualche giorno ritornò, come promesso, recando in mano un pacco che regalò subito a Mariolina: erano dei pastelli e dei fogli bianchi.
– Fa’ quello che ti piace e dopo vieni e fammi vedere … – le disse Elia sorridendole.
La donna accettò e con lo sguardo fuggitivo, ringraziò. Gli zii rimasero sbalorditi ed Elvira disse:
– Ti ringraziamo, ma temo che non servirà a niente!
– Lasciatela fare – disse Elia con tono supplichevole.

Dopo una settimana Mariolina si presentò dal saggio con un suo disegno. Glielò consegnò ed Elia stette per un momento a contemplarlo. Vi era rappresentato l’albero del suo cortile. Lo prese, gli mise una cornicetta e lo appese nel piccolo atrio.
Poi le disse:
– Continua a dipingere, sei sulla strada buona!

Mariolina cominciò a dipingere tutti i soggetti che lei amava : il suo gatto, la stufa a legna, un angolo antico del cortile, un tramonto, dei fiori ed ogni volta che terminava uno lo portava subito da Elia dicendogli:
– Tienilo tu…i miei zii dicono che non sono capace di dipingere, ma io lo faccio di nascosto!

Il saggio incorniciava ogni disegno e lo appendeva insieme agli altri sulle pareti dell’atrio e della cucina. Quando qualcuno della zona veniva a trovare Elia, gli chiedevano perché tenesse tutti quei dipinti fatti da quella povera deficente di Mariolina.
– Per me sono preziosi, perché raffigurano il mondo visto da un’innocente! – esclamava.
Ma la gente lo compativa.

Un giorno venne a trovare Elia un famoso professore di storia dell’arte e rinomato critico.
Quando vide i quadri rimase stupito e gli chiese subito perché non erano firmati e chi glieli avesse donati. Elia rispose :
– E’ una grande artista che per ora vuole mantenere l’anonimato. Ella incarna la poesia della vita e tende a rappresentare il vissuto interiore attraverso il simbolismo metafisico per giungere all’essenziale.

Il professore, entusiasta, chiese al saggio di poter organizzare una mostra con quei quadri. Elia acconsentì, a patto che non venisse rivelato il nome dell’artista e fossero firmati con una sigla incomprensibile.

La mostra ebbe subito un gran successo di critica e di pubblico. Tutti i giornali ne parlarono e ogni quadro venne venduto per molti soldi. Elia raccolse il denaro e lo portò agli zii di Mariolina spiegando loro tutto.

Mariolina continuò a dipingere e a vendere quadri, dimostrando così agli increduli zii le sue reali capacità.

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Essere se stessi

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