Non è un vero religioso chi non sa stupirsi della vita
Un giorno bussò alla porta di Elia un giovane, il cui nome era Maurizio, il quale gli chiese di poter stare qualche giorno con lui. Elia acconsenti.
Maurizio si dichiarava molto religioso ed amava frequentare spesso la chiesa. Quando parlava di religione era tutto acceso in volto. Si soffermava spesso con il saggio in giardino o in cucina a comunicare le sue scoperte teologiche. Il suo entusiamo era tale che non si accorgeva di certi movimenti involontari: in giardino strappava alcune foglie dagli alberi e calpestava qualche fiore, durante i pasti mangiava veloce e masticava avidamente il cibo, nei momenti di dialogo si rosicchiava spesso le unghie, durante le passeggiate i campagna scalfiva con un temperino la corteccia degli alberi. Il saggio lo accompagnava silenziosamente.
Un giorno Maurizio chiese ad Elia di recarsi insieme in chiesa.
Il giovane osservava il saggio che si genufletteva davanti all’altare con molto rispetto e stava inginocchiato con gli occhi chiusi e le mani giunte. Terminato il periodo si misero sulla strada di ritorno. Maurizio, nel frattempo parlava senza sosta del suo fervore religioso continuando a strappare rametti dagli alberi ed a scalfire cortecce.
Elia, ogni volta, si fermava davanti all’albero ferito e, con gli occhi socchiusi, sfiorava delicatamente con la mano la corteccia. Poi si chinava a risistemare con grazia i petali dei fiori calpestati, si metteva in ginocchio davanti agli alberi alzando le mani al cielo, camminava sul suolo a lenti passi respirando profondamente.
Il giovane, incuriosito per quell’atteggiamento un po’ strano, gli chiese:
– Ma tu hai delle visioni?
– Sì!… Ho la visione della vita che irradia energia in ogni momento. – rispose. – Vedi quell’albero che hai scalfito? – proseguì Elia -Non la sai che anche gli alberi fanno parte di questa meravigliosa creazione ed hanno un loro modo di sentire?
– Come mai tu mantieni per la natura lo stesso atteggiamento di quando eri in chiesa? – osservò Maurizio.
– Perché vai in chiesa? – domandò il saggio.
– Per lodare Dio e per ringraziarlo! – rispose il giovane.
– Per ringraziarlo di che cosa? – domandò Elia.
– Della vita e della sua Provvidenza! – ribatté Maurizio.
– Perché allora lo dovremmo ringraziare solo in chiesa? – osservò il saggio. -Se lo ringraziamo in chiesa, tra quattro mura, maggiormente lo dovremmo ringraziare in mezzo alla natura per i suoi doni, come gli alberi, i fiori, gli animali. – aggiunse Elia.
Poi il saggio disse con gli occhi socchiusi ed il volto radioso :
-Tutto è tempio di Dio, soprattutto il nostro corpo! E’ in noi che dobbiamo ringraziarlo maggiormente. Non può esserci vera religione da parte chi separa tempi e luoghi.
Religione è stupore per tutto ciò che esiste e che deve farti adorare spontaneamente chi ha creato questa vita così misteriosa e affascinante. Se sei veramente religioso, allora lo stupore si irradia dal tuo essere su tutto ciò che vedi e tocchi con rispetto, perché ogni cosa proviene dal medesimo Creatore!
Maurizio capì la lezione.
Da quel giorno cominciò a vedere le cose con altri occhi. Continuò a frequentare la chiesa ma lodava Dio anche attraverso la natura.
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