Spesso colui che appare più forte, maschera la propria fragilità.
Il preside del liceo di una città lontana volle chiamare il saggio Elia affinché trattasse ai suoi allievi della Quinta A, il tema relativo ai condizionamenti della mente umana.
Elia si mise d’accordo con il preside e gli insegnanti adottando uno dei suoi bizzarri stratagemmi.
Qualche giorno dopo il saggio entrò nell’aula “Quinta A” travestito da bidello, recando in mano dei fogli da consegnare.
L’insegnante lo pregò di fermarsi un momento per badare la classe, in quanto doveva recarsi dal preside per delle cose urgenti.
I ragazzi inizialmente lo scrutarono con autosufficienza.
Poi Elia cominciò a parlare:
– La mente umana è condizionata da tanti fattori genetici, culturali, sociali, soggettivi. Difficilmente essa penetra l’essenziale, in quanto non sempre riesce ad essere se stessa.
Il nostro stesso linguaggio, ad esempio, è tautologico…
Mentre parlava alcuni ragazzi, perplessi, cominciarono a distrarsi. Qualcuno si mise a giocare a battaglia navale, altri a parlottare tra loro sghignazzando, altri ancora a giocare con il cellulare.
Ma Elia continuava imperterrito:
– Nell’odierna società consumistica si parla spesso di condizionamenti. Mass-media, politica, dibattiti culturali, incontri religiosi, movimenti filantropici sembrano tutti impegnati nella reale presa di coscienza dei meccanismi che facilitano l’approfondimento del dialogo, inteso come relazione tra persone che, svelandosi, maturano reciprocamente. Eppure il disagio è unanime. Ci si lamenta continuamente della mancanza di dialogo e più se ne parla più ci appare monco e difettoso.
Quali le cause? Sono stati analizzati molteplici fattori, tra i quali il progresso con le nuove tecnologie emergenti, come radio, televisione e stampa che invadono tutti i campi frapponendosi nelle relazioni umane. Spesso, però, si è esagerato nel demonizzare questi utilissimi mezzi di comunicazione, diventati quasi i capri espiatori di una colpa che deriva, invece, dalla probabile cattiva volontà di ognuno di noi. Ciò può essere constatato da alcune riflessioni su uno degli elementi fondamentali del dialogo, l’ascolto…
Improvvisamente entrò l’insegnante.e la classe si rimise in ordine.
Elia salutò, senza ottenere alcuna risposta dai ragazzi, e se ne andò.
Il giorno dopo lo stesso insegnante avvertì gli allievi che in mattinata sarebbe entrato in aula un personaggio importante per trattare un argomento sociale molto attuale: “I condizionamenti della mente”
Elia si presentò irriconoscibile: sbarbato, con un paio di occhiali molto professionali, con addosso un elegante vestito ed una cravatta di seta, accompagnato dal Preside e da altre autorità della scuola. Questi lo lasciarono solo con i ragazzi.
Elia, nel silenzio più totale cominciò, con un tono di voce un po’ diverso:
– Molteplici sono i fattori che condizionano la mente umana…
Il saggio praticamente ripeteva gli stessi concetti espressi in un’altra forma. L’uditorio era attentissimo ed in aula non volava una mosca.
Al termine del discorso chiese ai ragazzi se avevano delle domande da fare.
Uno di loro timidamente alzò la mano e chiese:
– Ma cosa realmente significa per lei “condizionamento”?
Elia chiese alla classe di attendere un momento. Uscì, si travestì di nuovo da bidello e ritornò in aula dicendo:
– La mente umana è condizionata da tanti fattori genetici, culturali, sociali, soggettivi. Difficilmente essa penetra l’essenziale, in quanto non sempre riesce ad essere se stessa.
Il nostro stesso linguaggio, ad esempio, è tautologico…
I ragazzi intuirono subito la lezione ed applaudirono a lungo Elia, il quale salutò e si dileguò.
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