In una modesta casetta della periferia di quella città, Chiara, una bella fanciulla dodicenne, figlia unica, non si dava pace.
I suoi genitori non erano più giovani ed ogni giorno li disprezzava per la loro età e per il loro aspetto fisico.

Dai compagni di scuola aveva imparato anche un certo “turpiloquio” che usava sempre più di frequente in casa. Una sua compagna, che lei riteneva amica, le trasmetteva idee strane e “grilli per la testa”.

Il padre cercava di correggere amorevolmente la figlia e, a volte, quando le sue esortazioni non servivano a niente la puniva con alcune privazioni. Ma inutilmente. I due genitori erano molto diaspiaciuti per questo suo modo di fare. Avrebbero voluto essere almeno più rispettati.

Chiara assumeva un atteggiamento sempre più arrogante. Pretendeva che la madre cucinasse quello che voleva lei, si dimostrava piuttosto volgare, non voleva mai dare una mano in casa: si rifiutava di aiutare a lavare le stoviglie perché preferiva seguire i suoi programmi televisivi, non voleva imparare a cucire o a rammendare, non si degnava di prendere in mano uno straccio per pulire la casa, svolgeva i compiti assegnati malvolentieri, criticava sempre sua madre per qualsiasi cosa: non le andava bene niente di lei. La vita di quei poveri coniugi era diventata un incubo.

Un giorno la madre si recò dal saggio Elia per esporgli la situazione. Elia ascoltò. Poi le diede alcuni consigli che la madre trasmise al marito.
Qualche settimana dopo, venuta l’estate, i due genitori, seguendo i consigli del saggio, offrirono alla figlia la possibilità di passare il periodo estivo presso una famiglia di conoscenti che lei desiderava. Ella scelse una famiglia con genitori “giovani” e “belli”, che abitavano piuttosto lontano.
L’esaudirono.

Chiara era inizialmente contentissima di stare presso questa famiglia che lei riteneva “moderna”.
Il capofamiglia possedeva una bella macchina lussuosa e andava spesso a fare delle gare motociclistiche con i suoi amici. Sua moglie era continuamente davanti allo specchio a truccarsi e in giro per i negozi a scegliersi il vestito all’ultima moda.

Chiara cercò di fare amicizia con Elisabetta, la loro figlia tredicenne, la quale, però, la prendeva in giro per la sua ingenuità e la snobbava con le sue amiche.
I coniugi si assentavano spesso per mangiare in posti di lusso, senza portare con sé Chiara. Ai pasti ella doveva accontentarsi spesso di scatolette, perché nessuno aveva tempo di cucinare.
Quando arrivava la sera, Chiara andava a dormire con il letto “non fatto” ed era anche disturbata dal continuo “via-vai” di amicidella giovane coppia che venivano in casa per divertirsi.
Elisabetta, invece, preferiva le sue amiche più moderne, trascurando Chiara.

Chiara non ce la faceva più e tentò di telefonare ai suoi genitori. Questi, però, tramite la segreteria telefonica, lasciavano detto che erano assenti.
I giorni non passavano mai. Chiara era sempre più sola.
Quando la coppia si ritrovava raramente in casa, litigava brutalmente trascurando le pulizie e tutte le faccende domestiche. Chiara doveva prendere di sua iniziativa una scopa per pulire la sua stanza perché non sopportava di vivere nella sporcizia.

Così doveva fare anche con il bagno, perché non aveva nemmeno il coraggio di usarlo.
Poi cercava di pulire anche la cucina e, siccome era sola perché la coppia “moderna” andava a divertirsi altrove, imparò anche a cucinarsi la pastasciutta per non dover mangiare sempre scatolette.

Terminato il periodo stabilito, vennero i genitori a prenderla.
Chiara appena li vide, corse loro incontro, li abbracciò teneramente e da quel giorno cominciò a rispettarli e ad aiutarli anche nelle faccende domestiche.


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I condizionamenti della mente umana


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