Ci sono anche troppe meraviglie per chi vuole vedere

 

Morris, un giovane borghese annoiato dalla vita, si recò dal saggio Elia perché aveva sentito parlare della sua condotta eccentrica e della sua attività taumaturgica. Voleva provare nuove emozioni, sperando magari di assistere a qualche prodigio o stranezza.

Fu introdotto in casa da un amico di suo padre. Elia lo salutò e lo invitò a fermarsi da lui per tutta la mattinata. Morris acconsentì.
Elia era di poche parole. Gli offrì una tazza di thé, stette per un po’ ad ascoltarlo, poi lo lasciò libero. Il giovane diede uno sguardo attorno alla modesta casetta : notò pochi mobili vecchi, una cucina obsoleta, una camera da letto molto comune. Poi vide Elia entrare con una scopa, spazzare attorno e con uno straccio spolverare i mobili. Dopo aver fatto il bucato, andò nel piccolo cortile a stendere la biancheria, a curare l’orto e a sfrondare un cespuglio.

Morris continuava a scrutarlo cercando qualcosa di straordinario: tutto invece rientrava nella normalità: ai suoi occhi appariva un anziano solo, intento alle faccende domestiche, come tanti altri. Insomma nulla di straordinario!
Dopo un paio d’ore il suo sguardo si soffermò su un quadro: era la riproduzione a stampa di Magritte. C’era una strana roccia sospesa sul cielo, con un castello sulla cima.

Morris era già un po’ annoiato ed appena vide Elia cominciò a parlare:
– Dicono che fai dei portenti… che sei un mago!
– Anche tu fai dei portenti, solo che non te ne accorgi! – interrupe Elia.
Morris replicò incuriosito:
– Dei portenti? Io?!
– Il solo fatto di “pensare”, ad esempio. Ti sei mai chiesto qual’è l’origine della tua coscienza? – gli domandò Elia.
– Veramente tutti pensano…non è un fatto eccezionale! – ribadì Morris.
– Rifletti : Tutti pensano, ma i contenuti della tua coscienza sono tutti diversi. Ognuno vede il mondo e percepisce la vita in modo del tutto soggettivo. Nessuno è uguale all’altro, anche se molte cose ci accomunano. Tu sei l’unico al mondo che pensa in quel determinato modo…sei irripetibile! Rifletti! – lo esortò il saggio.

Morris sentiva, attraverso quelle parole, di entrare in una dimensione interiore che aveva sino a quel momento trascurato.
– Tu sei venuto qui per vedere portenti, magie, fatti straordinari, ma sinora non ti sei accorto che ognuno di noi è straordinario, che la vita stessa è un mistero e una meraviglia. Osserva quel quadro! – gli disse Elia puntando il dito sulla stampa relativa a Magritte.
– E’ una roccia sospesa…davvero bizzarro? – osservò Morris.
– Ti meravigli per quella roccia immaginaria, ma perché non sai meravigliarti per la terra, per la luna, il sole e le stelle che sono sospese nell’Universo? O per i miliardi di atomi che compongono il tuo corpo? O per la tua anima unica ed irripetibile? –
– Hai ragione…- rispose Morris a bassa voce.

Poi aggiunse mestamente:
– Sono stato sciocco! Mi hai risvegliato da un lungo sonno. Io cercavo miracoli perché mi annoiavo, ma è dentro me stesso che li trovo. Grazie! Tu sei veramente saggio perché sai rivelare
agli altri la grandezza che hanno già dentro. – Esclamò Morris radioso in volto.

– Coraggio, e non dare nulla per scontato. Niente è banale per chi sa osservare dentro di sé – disse il saggio Elia, congedandolo.
Morris cambiò vita e non si annoiava più perché ogni giorno scopriva cose nuove.

 

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Il tesoro

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