Diventa l’osservatore di te stesso

Ermanno, padre di quattro figli, era molto zelante nei confronti della famiglia, ma si rammaricava spesso per la sua impulsività.
Appena qualcosa non funzionava come previsto, andava su tutte le furie e i poveri figli dovevano subire tutta la sua ira. Ai figli era molto affezionato, e questo sua fragilità gli recava un forte dispiacere.

Un giorno si recò dal saggio Elia per esporgli il problema. Gli raccontò che aveva tentato di tutto per risolverlo frequentando anche specialisti, ma invano: le sue sfuriate non diminuivano. Cercava anche di comprimerle, di trattenersi, ma dopo si sfogava in modo anche peggiore.

Elia lo ascoltò pazientemente. Poi osservò:
– Ma tu non devi cercare di trattenere la collera! Continua a farla scorrere!
Ermanno, meravigliato, si chiedeva cosa mai volesse dire.
– Ma se non la trattengo posso diventare pericoloso! – gli disse.
– Diventi più pericoloso se trattieni la tua ira senza conoscerne le cause! – replicò il saggio.
– Tu arrabbiati pure, quando senti l’impulso… ma prima di mettere in moto la tua reazione fisica penetra a fondo la tua rabbia. Non trattenerla, ma penetrala a fondo con coraggio. Tu non sei la tua ira ma devi diventare uno spettatore della tua ira…
Ermanno lo ringraziò, ma durante il ritorno in auto cercava di capire le parole del saggio senza riuscire a cavarne un ragno dal buco.

Al semaforo, appena apparve il verde, l’autista della vettura davanti alla sua stava ancora fermo perché gli si era spento il motore. D’impulso Ermanno cominciò a suonare con frenesia il clacson facendo cenni di stizza e di impazienza.

Ma, strana coincidenza, anche il suo motore si spense perché, a causa dell’improvviso scoppio d’ira, era partito in terza.
Dall’auto che lo seguiva, il clacson suonava sempre più insistentemente, ma Ermanno non riusciva a mettere più in moto la sua auto perché c’era troppa concitazione.

Allora si ricordò le parole di Elia: “Tu non sei la tua ira ma devi diventare uno spettatore della tua ira..”
E in effetti si trovava nella situazione dello spettatore impotente della rabbia di un altro, la quale era stata simile alla sua.
Furono pochi secondi, ma bastarono per fargli capire l’inutilità delle reazioni così spropositate da parte degli altri automobilisti: – Anch’io sono stato come loro – diceva tra sé.

Quando arrivò a casa fece proprio come gli aveva suggerito Elia. Ogni volta che nasceva in lui l’irresistibile impulso di arrabbiarsi, lo penetrava diventandone quasi spettatore.

Non fu facile, però, gradualmente riusciva a dirottare la sua energia in un altro modo e trovò finalmente un po’ di serenità.


Per leggere un altro racconto cliccare:

Lo straordinario nell’ordinario


TUTTI I RACCONTI SONO COMPLETAMENTE INEDITI.
POTETE INVIARMI I VOSTRI COMMENTI :

e-mail:[email protected]