L’albero non può crescere senza le radici

In quella città c’era un liceo molto frequentato.
Il direttore Ermanno, che era anche il fondatore , un uomo semplice ma energico, era convinto che bisognava aiutare a formare gli allievi dando loro una certa autonomia professionale, ma anche trasmettendo valori concreti : per questo si era attorniato di validi collaboratori convinti e motivati. Ermanno frequentava spesso il saggio Elia per ricevere consigli su come portare avanti il progetto educativo.

– Non trascurare mai la vera dimensione umana! – gli diceva il saggio – Guarda che hai molta responsabilità: i tuoi allievi devono prima diventare uomini e poi bravi professionisti!
Ermanno cercava di mettere in pratica i suoi consigli stimolando ed incoraggiando sia i formatori che gli allievi. Quest’ultimi riuscivano, al termine del ciclo formativo, a laurearsi e ad inserirsi nel mondo del lavoro. Molti aprirono anche delle aziende, formavano delle famiglie e mandavano anche i loro figli a frequentare questa scuola, convinti della sana formazione ricevuta.

Un giorno Ermanno andò in pensione e si trasferì in una città lontana.
Si provvide subito a sostituirlo.
La nuova direzione si presentava “lungimirante”. Non voleva più saperne dei consigli del vecchio Ermanno, ritenendoli ormai superati. Bisognava progettare la formazione con altri criteri. Si cominciò a fare molte riunioni, a chiamare esperti in marketing, ad assumere nuovi progettisti che organizzavano corsi di tutti i tipi.

La scuola doveva essere come una moderna azienda. Gli allievi, di tutte le estrazioni, venivano denominati “clienti”: essi dovevano ricevere più servizi di qualità. I formatori più anziani venivano gradualmente congedati perché ritenuti inadeguati.

Intanto il fatturato annuo aumentava in modo cospicuo, grazie ai soldi che la comunità locale ed internazionale forniva. Dopo molte riunioni si effettuarono nuove assunzioni per migliorare sempre di più l’offerta formativa: esperti di rete, specialisti in contabilità aziendale, tutor e tecnici per molti settori di specializzazione.
Lo staff era molto dinamico e contento del fatturato che cresceva a vista d’occhio.

Un giorno il saggio Elia venne a visitare la scuola. Con sorpresa trovò scritte irripetibili su certi muri, pavimenti imbrattati, porte sfasciate. Nell’aria volavano turpiloqui e bestemmie, mentre in ogni cantone gruppi di ragazzi e ragazze erano in atteggiamenti lascivi. Un formatore anziano, cercò di intervenire, ma venne deriso e rischiò anche di prenderle.

– Dov’é la direzione? – chiese Elia ad uno dei tanti “portacarte” assunti recentemente.
– E’ in riunione di sopra!
Elia si recò ai piani alti, bussò alla porta e chiese di parlare con qualcuno.
– Purtroppo non c’è tempo – gli rispose un’impiegata.- C’è una “riunione-fiume” e non possono ricevere nessuno. – aggiunse.
– Dica loro che sono venuto per il bilancio…

La segretaria entrò, stette un momento e poì uscì facendo entrare il saggio.
Tutto lo staff fissava ammutolito questo vecchio vestito all’antica e fuori moda.
Che bilancio intendeva? – chiese uno di loro con aria seccata.
– Il bilancio sulla situazione formativa! L’amico Ermanno mi chiedeva spesso di venire di persona per rendermi conto della situazione e dargli anche dei consigli. – affermò con tono pacato Elia.

– Qui procede in maniera ottimale….non c’è bisogno di alcun consiglio, abbiamo provveduto a modernizzare la struttura attraverso nuovi progetti formativi e tutto procede secondo i nostri piani. Il fatturato è aumentato, abbiamo ampliato la struttura con nuovi locali, abbiamo inserito un ottimo servizio di rete e intendiamo assumere ancora personale qualificato! – disse con autosufficienza uno dei menager.

Ma avete dimenticato qualcosa…- aggiunse il saggio.
– Cosa? – chiesero tutti in coro.
– La dimensione interiore! Andate a vedere con i vostri occhi! – Suggerì Elia, e si dileguò.
Tutti i membri dello staff cominciarono a discutere su questa dimensione interiore. Uno sosteneva che la dimensione interna della nuova cucina non era sufficientemente “ergonomica”; un altro che la dimensione dei nuovi macchinari non era del tutto secondo le nuove norme sulla sicurezza; un altro ancora sosteneva che per “dimensione” forse il vecchio intendeva quella delle aule poco spaziose per contenere altri corsi..

Lo staff stette interi mesi a discutere sul significato di questa dimensione interiore, ma in breve tempo la scuola dovette chiudere perché nessuno più si iscriveva.

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