Anselmo era un uomo ricco e facoltoso. Abitava in una piccola città molto lontana. In poco tempo, quasi dal niente, aveva fatto una immensa fortuna: possedeva molte case, terreni, negozi. Alcuni ponevano seri dubbi sulla sua onestà.
Per vincere un po’ il senso di colpa e rifarsi una certa immagine, chiese al saggio Elia di tenere una conferenza dal titolo Come vivere onestamente.

Elia arrivò puntualmente. Appena giunto nella sala, che era molto capiente, trovò una suora e due vecchiette sedute in fondo, mentre tutte le altre sedie erano vuote.
I saggio cominciò a parlare della grandezza della virtù denominata Onestà.
Gradualmente il tono della sua voce si accendeva e il suo sguardo rimaneva molto assorto. Parlò focosamente e con molto entusiamo per circa tre quarti d’ora.

Al termine della conferenza, Anselmo, gli si accostò facendogli i complimenti e scusandosi della scarsissima affluenza di pubblico. Poi, con tono sommesso, gli chiese:
– Perché ti sei così impegnato nel tuo discorso, come se la sala fosse gremita…c’erano solo due vecchiette e una suora!?
Il saggio rispose: anche una sola persona è un microcosmo. Io mi devo impegnare come se tutto il mondo mi stesse ascoltando, perché Dio è intero in ogni essere umano e non vuole che nessuno si perda!

Anselmo ne fu molto edificato, gli diede un’offerta generosa, poi aggiunse:
– Allora… se ti chiamo ancora, tu verrai?
– Certo, ma consentimi di suggerirti il titolo della prossima conferenza – disse Elia
– Volentieri! – replicò Anselmo.
– Questo sarà il titolo: “Come guadagnare onestamente senza lavorare”

Il giorno stabilito la sala era strapiena: tutte le sedie erano occupate e c’erano tantissime persone in piedi.
Elia iniziò il discorso sostenendo che dopo il verbo “guadagnare” non aveva specificato alcunché, ma che non intendeva parlare di denaro o di affari, bensì qualcosa di molto più essenziale. La salvezza dell’anima, per esempio, che vale più di tutto il mondo intero.
– Non ha detto Gesù a che vale guadagnare il mondo intero se poi uno perde la sua anima? Si tratta di guadagnare l’anima, cioè l’Eternità, il Regno dei Cieli.- affermò

Elia spiegò anche il perché dell’espressione “guadagnare senza lavorare”.
– Non è un “lavorare” come intendono la maggior parte degli uomini. – disse – E’ piuttosto un lavorìo interiore che dalla mentalità di questo mondo non è considerato Lavoro. E’ il lavorio della preghiera continua, fiduciosa. E’ il lavorìo della meditazione e della contemplazione che ancora non è visto come lavoro pratico dalla mentalità terrena.

Ma la sala cominciava gradualmente a svuotarsi. Alla fine rimase una persona ed Elia continuava con fervore a parlare.
Al termine Anselmo si avvicinò scusandosi per la mentalità materialista dei suoi concittadini.
– Non c’è nulla da scusarsi. Ti ho pur detto che anche se si trattasse di una sola persona, vale la pena infervorarsi, perché ognuno di noi è un universo!

Anselmo aveva capito molto bene la lezione. Da quel giorno divenne più onesto e restituì gran parte del mal tolto.