Il vero mostro è dentro di noi

Elia fu invitato da un suo grande ammiratore a trascorrere un certo periodo di tempo presso la sua grande casa situata in una città lontana più di mille miglia da dove abitava.
Qui c’era un grande parco molto frequentato da bambini e da ragazzi. Le loro grida e i loro schiamazzi rallegravano l’aria mentre i passeri spiccavano in festa il volo tra un albero e l’altro cinguettando. C’erano verdi aiuole fiorite, fontane zampillanti, stradine sterrate, scivoli ed altalene.

Tutto sembrava perfetto.
Mamme e papà sedevano sulle panchine colorate e parlavano serenamente tra di loro tenendo d’occhio i loro figlioletti.

Elia cominciò a frequentare il parco raccogliendo qua e là qualcosa che riponeva in un sacchetto.
Una mamma perbene richiamò subito la sua figlioletta raccomandandole di non allontanarsi assolutamente da lei. Così fecero altre mamme.
Elia quando passava innanzi a loro accennava un leggero sorriso senza ottenere un minimo di considerazione, poi procedeva oltre.

Ogni giorno si ripeteva quella scena ma il sospetto si era diffuso in tutto il parco. Si sentivano frasi del tipo:
– Marco…mi raccomando non dare retta agli sconosciuti!
– Luigino, attento a certi tipacci che potrebbero farti del male!
– Elisa! Sta sempre vicinissima a me..vedi quel tipo? Non dargli retta…non mi piace..ha un’aria sospetta.
C’era un gran mormorare attorno a quel vecchio, così mal vestito!

Elia continuava imperterrito a fare la sua raccolta, a sorridere ai bambini e ai genitori diffidenti, i quali invece lo scansavano cercando di non incrociare il suo sguardo mormorando .
Essendo un po’ miope, un giorno Elia inciampò su un radice sporgente dal terreno, ma cadendo sfiorò con un braccio il volto di un bambino che si trovava proprio vicino a lui.
Il bimbo impaurito corse piangendo dai genitori. La mamma, indignata, estrasse dalla borsetta un cellulare e cominciò a telefonare, mentre il vecchio riuscì ad alzarsi e a continuare la sua raccolta.

Pochi minuti dopo irruppero due uomini vestiti da poliziotti che, su indicazione di alcuni, corsero da Elia puntandogli la pistola, lo afferrarono per le braccia intimandogli l’alt e minacciandolo qualora si fosse ribellato. In breve si formò un nutrito capannello di persone, tra donne, uomini ed adulti, mentre da tutte le parti si sentiva gridare :
-Hanno arrestato il mostro!
-Finalmente ti hanno preso, canaglia!
-In galera! Tipi come quello devono finire in galera!
-Come si fa a lasciare in giro simili delinquenti?!

I poliziotti cercavano di proteggerlo dal linciaggio, quando improvvisamente un uomo che teneva la mano al suo figlioletto gridò:
– Fermi! Fermi! Lasciatelo stare! Conosco quest’uomo!
Ci fu un silenzio imbarazzante. Tutti erano incuriositi…
-Costui è un vero galantuomo…proprio due ore fa ha salvato il mio figlioletto…se si fosse punto avrebbe potuto contagiarsi, avrebbe forse preso l’AIDS!

I poliziotti aprirono davanti a tutti il sacchetto: era pieno di siringhe già usate: proprio quelle che raccoglieva ogni giorno in giro per il parco.

Elia disse con un fil di voce : volevo rendermi utile, mi sarebbe dispiaciuto che qualcuno di questi poveri bambini si fosse ammalato a causa dell’insensibilità e della pigrizia di chi avrebbe dovuto fare il proprio dovere!
Tutti capirono la lezione e molti adulti, con imbarazzo , abbandonarono il gruppo, mentre alcuni gli chiesero scusa.

Ma il saggio Elia si dileguò.

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