Un altro contributo al nostro tema ci viene da Jean Vernette(“I misteri dell’occulto”, Oscar Mondadori). Le religioni regolavano questo bisogno istintivo verso il pensiero magico, fino a “esorcizzarlo” per poi sottoporlo ad evangelizzazione. A forza di negarlo, come avviene anche oggi, lo si è represso. Ma cacciata la magia dalla porta, essa ritorna dalla finestra. Da qui il numero crescente di stregoni africani, di maghi delle Antille

e di esorcisti di Casamance che vi si accostano discretamente nelle strade, alle uscite della metropolitana, con il loro volantino maldestramente compilato che promette(dietro compenso) un ritorno dell’amore, la fortuna al gioco del Lotto e la liberazione dal malocchio.

Da qui il successo delle sètte che assicurano l’acquisizione di poteri occulti, la capacità di dominare chi vi circonda e una conoscenza certa del futuro prossimo del pianeta dopo il grande crollo finale. Ma la parodia diventa omicida quando si conclude tragicamente con l’assassinio-suicidio di più di novecento persone, come avvenne nella setta del Tempio del popolo, secondo la volontà del suo capo Jim Jones, una mattina

del novembre 1978 nella foresta della Guyana; o con la triplice immolazione di adepti dell’Ordine del Tempio solare in Svizzera, in Francia e in Canada, dal 1994 al 1997. Lasciato a se stesso, il pensiero magico finisce nel delirio.

Ora, la crisi recente della religione in Occidente – dove è stata meno praticata che in passato – ha lasciato l’uomo con la sua fame di trascendenza e di mistero, con la sua sete di riti e di simboli.

La chiesa cattolica ha abbandonato la liturgia all’improvvisazione e, spesso, alla sciatteria. Manca il senso del sacro e del mistero che molti cercano altrove. E manca persino la capacità, da parte del clero, di capire i segni dei tempi per cui non si sa ascolare e dialogare con la gente e con le varie religioni.

Ed ecco che ognuno si fa la propria religione da bricolage: un pò di yoga, un pizzico di esoterismo, uno spruzzo di credenza nella reincarnazione, il tutto mescolato con i ricordi(se permangono…) del catechismo dell’infanzia. Il guaio è che la chiesa si limita a fare pellegrinaggi, a spettacolizzare le religione e la fede, per cui, finita la festa tutto torna nel vuoto e nel buio interiore.

a cura di Giampaolo Thorel