“Nell’ambito della Chiesa-Mistero il fedele laico è, insieme a tutti gli altri battezzati, “figlio di Dio”, “membro del Corpo di Cristo”, “tempio vivo dello Spirito Santo”, “testimone e portatore di tutta la missione di salvezza”.
E’ nella ricchezza del mistero che si scopre tutta la sua dignità sacerdotale, profetica e regale. E’ lì che si spiega la sua vocazione alla santità, la sua ansia di una spiritualità appropriata, l’urgenza di una sua formazione profonda e permanente, l’indispensabilità per lui, come per tutti gli altri, dell’Eucarestia e della Penitenza, la sua sete quotidiana di dimensione contemplativa.
Nell’ambito della Chiesa-Comunione il fedele laico è membro di quel popolo dell’alleanza che è chiamato a vivere in unione con Dio per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo. E questo, in comunione con tutti gli altri battezzati. Egli dunque non può mai chiudersi in se stesso, isolandosi spiritualmente dalla comunità, ma deve vivere in continuo scambio con gli altri, con un vivo senso di fraternità, nella gioia di un’uguale fraternità e nell’impegno di far fruttificare insieme l’immenso tesoro ricevuto in eredità.
Infine, nell’ambito della Chiesa-Missione, il fedele laico non solo condivide la responsabilità del mandato missionario, ma si distingue per una sua caratteristica condizione d’impegno per la diffusione del Regno di Dio”
(Dal discorso di Giovanni Paolo II sui Laici a chiusura del Sinodo straordinario).