Incomprensioni tra clero e laici
A distanza di circa 40 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II, ci si attenderebbe una più completa intesa e collaborazione tra laici e clero. Non è purtroppo sempre e dovunque così. Mi giunge notizia, da una diocesi del sud, che un parroco, non frenato dal proprio vescovo, sta invadendo le iniziative di un’associazione laicale, con frequenti richieste di fondi per sostenere i lavori di scavo archeologico sotto il terreno della sua parrocchia. Richieste che verrebbero imposte, senza previo consulto degli ufficiali dell’associazione. Ne sta risultando un profondo turbamento spirituale, anche motivato dall’incomprensione dell’Ordinario del luogo.
La detta associazione aveva già preordinato l’uso di certa parte dei suoi fondi per la costruzione di una casa di riposo per anziani, dopo aver costruito campi da gioco per i giovani studenti e altri sussidi oratoriali. Il tutto in pieno rispetto delle norme statutarie
C’è allora da chiedersi cosa significhi l’affermazione che occorre dare spazio al laicato, favorendone condizioni di vera soggettività. Quanto accadde a Padre Pio da Pietrelcina perchè non volle disattendere all’intenzione dei benefattori che offrirono fondi per la costruzione del suo ospedale “Sollievo della sofferenza”, continua ad accadere a varie parrocchie del nostro paese. Il clero, a corto di soldi per averli spesi per la costruzione di opere faraoniche, lasciando magari all’asciutto parrocchie più povere, imperversa su associazioni di laici che dovrebbero, secondo gli atti del Concilio Vaticano II, muoversi in autonomia.
A chi spetta controllare i custodi? A chi compete la regolare osservanza dei documenti del Concilio? La carenza di sacerdoti dovrebbe indurre a profonde riflessioni, soprattutto quando si invoca la collaborazione dei laici. La Lumen gentium, al capitolo IV, n. 37 dice: “I pastori riconoscano e promuovano la dignità e la responsabilità dei laici nella chiesa; lascino loro libertà e campo d’agire, anzi li incoraggino perché intraprendano delle opere anche di propria iniziativa.
Considerino attentamente e con paterno affetto in Cristo le iniziative, le richieste e i desideri proposti dai laici. Con rispetto poi riconosceranno i pastori quella giusta libertà che a tutti compete nella città terrestre”.
Giampaolo Thorel