Anche se i laici sono deputati soprattutto all’animazione delle realtà terrene (“il temporale”), tuttavia, essendo essi inseriti in quanto battezzati e cresimati in Cristo, possono e debbono� collaborare all’amministrazione di alcuni sacramenti, sacramentali e riti liturgici. Soprattutto dopo l’approvazione del nuovo Codice di diritto canonico del 1983, si sono fatti passi avanti nella valorizzazione del laico. Lo si può notare soprattutto riguardo all’amministrazione del Battesimo.

Il codice del 1917, al canone 742, il laico poteva battezzare soltanto col battesimo privato, vale a dire facendo retto uso della materia e della forma essenziale del sacramento e con la retta intenzione, ponendo, in pratica, soltanto gli elementi essenziali per la validità del sacramento. Inoltre egli poteva amministrarlo soltanto in punto di morte, osservando, però, tutta una serie di preferenze: se è presente un sacerdote, questi doveva preferirsi al diacono; il diacono era da preferirsi al suddiacono, ecc. Infine, il chierico era da preferirsi al semplice laico, un uomo alla donna, e così via.

Il codice del 1983 fa un passo avanti. Intanto non esiste più la distinzione tra battesimo solenne e battesimo privato. Si potrebbe dire che il battesimo è sempre solenne. Se il sacerdote è assente, come pure il diacono, e vi è un caso di reale impedimento e di necessità, il laico può essere incaricato dal Vescovo anche “una tantum”, in casi consimili di necessità, ad amministrare il battesimo.

Se il laico è catechista o è incaricato dal Vescovo, il problema non sussiste. L’Ordinario del luogo può, infatti, designare tra i laici una qualunque persona adatta a conferire il battesimo nei casi straordinari.

Potrebbe, così, aversi un nuovo ministero, da conferire anche con un rito sacro, in modo analogo a quello di ministro straordinario dell’eucarestia: il ministero del battezzatore.

Nel nuovo codice non si parla più di precedenze tra uomo e donna, per amministrare il battesimo. Inoltre, il Rituale del battesimo(Ordo Baptismi Parvulorum n.17), raccomanda a tutti i laici, in modo particolare ai genitori e a coloro che lavorano presso le famiglie o nelle case di cura, di imparare il modo preciso di battezzare in caso di necessità.

���������������������������������������������������������� Giampaolo Thorel