copdiariopellegrino picture“Il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo”
“Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”

Il dinamismo della vera vita


Ogni uomo “non ha dove posare il capo”
La vita terrena non consente di “posare il capo” da qualche parte : né su ideologie, su credenze, opinioni, sicurezze, punti di vista, visioni della vita, filosofie, teologie…
Tutto è così dinamicamente mutevole, fondamentalmente fragile ed evanescente che una coscienza evoluta non può “stabilizzarsi” su ciò che viene ritenuto dalla comune opinione “materiale”, perché nemmeno esso è saldo. La solidità materiale della roccia è apparente : uno sguardo più globale e profondo percepisce una forma di dinamismo intrinseco continuo.

Non c’è tregua nel divenire, nel mutare, nel trasformare, nel riadattare.
Ma la vita “materiale” è solo una metafora di quella spirituale.
“Bisogna stare attenti che la parola che viene dalla bocca non prevalga su quella che proviene dalla vita” (P.Albino, p.59)

Troppe parole rischiano di offuscare il mistero della vita spirituale : essa è un tesoro che va custodito con cura perché ognuno di noi è “tempio dello Spirito Santo”, ciò significa che è abitato da Colui che è mistero e che scandaglia tutte le profondità e le altezze dell’essere e dell’esistenza.

Il mistero non consente di rimanere “stanziali” : esso è uno stimolo continuo alla ricerca della verità che solo in Dio trova la sua pienezza. Se ci si crede “arrivati” e, quindi si trova un posto dove “posare il capo”, si rischia la fossilizzazione e l’illusione : lo spirito viene così inibito e non ha la possibilità di evolversi liberamente nell’oceano del mistero.

Lo Spirito di Verità cerca sempre “adoratori” per farli risalire nelle alte vette della contemplazione, dove si dileguano le parole, che ormai diventano troppo inadeguate per esprimere l’inesprimibile.
Per evolversi, però, ogni uomo deve lasciar perdere le cose passate e puntare ad una visione più profonda e globale della realtà. Non ci si deve soffermare a “sepellire” le cose che ormai non hanno alcun senso nel presente. Esse hanno avuto il compito di generare ciò che è attuale e poi devono scomparire, per lasciar posto al nuovo.

Nella vita è proprio così: i genitori lasciano i figli, le foglie secche lasciano il posto alle gemme, le vecchie ideologie ne preparano di nuove, la visione della vita attuale ne sta preparando una nuova che a sua volta cede il posto alla prossima, fino alla pienezza. Chi si sofferma troppo nel passato si cristallizza nelle sue colpe, nelle sue vecchie fobie. Non è adatto alla progressiva spiritualizzazione del suo essere che germoglia sempre sul vecchio tronco dell’esistenza, ma non è mai ripetitiva, amorfa, reiterata, consunta, meccanica.

Ognuno di noi non deve “posare il capo” per sentirsi ormai arrivato alla meta perché il vero riposo spirituale non è il sonno interiore ma il dinamismo dello Spirito che rende in ogni istante nuove tutte le cose, compreso il tempo e lo spazio.

Pier Angelo Piai