Al giorno d’oggi c’é un vero e proprio culto del tempo.
Tutto è scandito dal tempo e anche la natura ha i suoi ritmi, ma il progresso sta esagerando: ogni cosa deve essere prevista e gli obiettivi ben chiari. Non c’è più spazio all’imprevisto perchè fa paura, è scomodo e impedisce di possedere il tempo. Possedere il tempo vuol dire sicurezza e denaro. Ma è una mera illusione. Volendo possedere il futuro non si vive autenticamente il presente e si finisce di perdere realmente la dimensione umana dell’esistenza. La fretta inquina tutti i nostri spazi vitali e intossica subdolamente ogni nostra azione, che diventa meccanica e riduce il dinamismo vitale a semplice inerzia.

La nostra generazione ne sta preparando una ancor più infelice. C’è troppa paura della pausa. Essa costituisce un terribile ed angosciante vuoto perchè ci mette di fronte a noi stessi. La parola d’ordine è “programmare”, “essere attivi ed efficienti”. Le conseguenze sono evidenti in tutti i livelli.
Il culto del tempo ha comportato nella nostra epoca un pauroso vuoto interiore derivato dal capovolgimento dei valori che inibiscono le dimensioni più trascendenti. Ogni frustrazione genera altre frustrazioni. Subentra la sfiducia in se stessi e la noia che molti giovani e non più giovani cercano di rimuovere nell’edonismo più sfrenato.

Conseguenza di ciò è la perdita di stupore per le cose veramente belle, quelle che elevano lo Spirito.
Ci vuole pazienza e rispetto dei tempi d’attesa, dei ritmi naturali, dei cicli necessari. Più che possedere il tempo è importante penetrare il presente e fruirne senza affanno o angoscia. A ciascun giorno basta la sua pena. Solo allora si riacquista il gusto della vita, lo stupore delle cose semplici, la saggezza dell’uomo riconciliato con se stesso e con gli altri.
Una coscienza così purificata vivrà le cose più comuni come se fossero le più straordinarie, godrà di un semplice tramonto e dello sguardo di un bimbo.
Nulla per essa è banale perchè porta già dentro di sé il paradiso che attende.


Se si potesse trovare un punto fermo nella successione infinita del tempo, cioè un presente che possa effettuare la divisione, la distinzione tra passato, presente e futuro, la distinzione sarebbe giusta. Ma poichè ogni momento, come la somma di tutti i momenti, è un processus (un passaggio), nessun momento è presente e, in questo senso, non vi è nel tempo né presente, né passato, né futuro. Se questa divisione sembra ammissibile, è perché si spazializza un momento, arrestando contemporaneamente la successione infinita; è perché si entra nel dominio della rappresentazione per rappresentarsi il tempo piuttosto che pensarlo. Ma anche in questo si è nell’errore, perché anche la rappresentazione, vedere il tempo come successione infinita è ridurlo a un presente infinito, ma vuoto di ogni contenuto (il che è la parodia dell’eternità).(Kierkegaard)

Il tempo è la tela con cui si tesse la nostra vita (B.Franklin)

Cristo ha accettato il tempo “unilineare”, cioé quella che noi chiamiamo storia. Egli ha rotto la struttura circolare delle vecchie religioni e ha parlato di un “fine”, non di un “ritorno”(Pasolini)

Tutti sono avari quando si tratta di tenersi ben stretto il patrimonio, ma sono generosissimi nel buttar via il tempo: e pensare che questa è l’unica cosa di cui sarebbe molto decoroso essere avari!(Seneca)

Chi dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme.(Seneca)

Che sciocchi gli uomini! Quando ottengono da qualcuno delle inezie di nessun valore, facili da rimpiazzare, sono pronti a farsele mettere in conto; ma non c’è nessuno che si senta in debito, se gli si concede del tempo; eppure questa è l’unica cosa che non si può restituire, nemmeno se si prova grande riconoscenza.(Seneca)

Cerchiamo che ogni momento ci appartenga: ma non sarà possibile, se, prima, non cominceremo noi ad appartenere a noi stessi.(Seneca)
Voi vivete come se doveste vivere sempre, non pensate mai alla vostra fragilità, non volete considerare quanto del vostro tempo è già trascorso; buttate via il tempo come se lo attingeste da una fonte inesauribile: mentre, forse, quel giorno che voi regalate a una persona o a un affare, è l’ultimo per voi. Avete paura di tutto perch vi sapete immortali.
Molte volte si sente dire: “A cinquant’anni mi ritirerò a vita privata, coi sessanta abbandonerò ogni impegno”. Ma chi ti garantisce che vivrai ancora? Come puoi essere sicuro che tutto andrà nel modo previsto? E poi non ti vergogni di riservare a te solo gli avanzi della tua vita, di dedicare al tuo equilibrio interiore solo il tempo che ormai non può essere impiegato per nessuna attività? E’ troppo tardi cominciare a vivere quando ormai &egregrave; ora di smettere.(Seneca)

Spazia ampiamente la vita del saggio che abbraccia col ricordo il passato, utilizza il presente, pregusta il tempo che deve ancora venire.
Brevissima invece e piena di angosce è la vita di chi dimentica il passato, trascura il presente e ha paura del futuro.(Seneca)

La vita si divide in tre momenti: passato, presente, futuro. Di questi il presente è breve, il futuro dubbio, il passato certo. Su quest’ultimo la sorte ha perduto ogni potere: il passato non può dipendere dal cappriccio di alcuno. Basta un cenno e il passato ci starà davanti e lo potremo valutare e trattenere..Il presente è brevissimo, tanto da poter sembrare inesistente; infatti è sempre in movimento, scorre, precipita, cessa di essere prima ancora di arrivare…(Seneca)


Cosa vale tutto questo presente così complicato, così rumoroso, così ripetitivo, davanti all’essere che è di tutti i tempi, che è senza tempo, come roccia, granito che rimane nella sua verità di esistenza? (Padre Albino Candido)

Non mi faccio illusioni. procuro di tenermi avvinghiato a una fede il più possibile concreta ma spoglia, che si nutre del tempo, dell’istante reale che vivo. Momento dopo momento. (Padre Albino Candido)

Mi sforzo di guardare al futuro come Cristo desidera.Egli vuole: con gioia. E sia con gioia. Ma solo perché è Lui che lo vuole. Non ho niente di mio che sia atto a creare della gioia né a me né ad alcuno…La Risurrezione è gioia perché incorruttibilità. (Padre Albino Candido)


Non ti stancare di chiedere l’Amore : esso trasforma tutto. Anche il tempo: così quando si ama molto si ha molto tempo, il tempo di fare molte cose. Quando amerai meglio sarai meno lenta, il lavoro fluirà tra le tue mani. Non restare un minuto senza amarmi! (Gesù a Suor Maria della Trinità)

Confondiamo sempre il passato che vorremmo far rivivere con il futuro. E non ci accorgiamo quando l’aspettativa si muta in ricordo.(Y.Theriault)


L’essere infelice è quello che spia sempre verso il passato o verso l’avvenire, l’essere felice quello che cerca non tanto di evadere dal presente, quanto di penetrarlo e di possederlo. Quasi sempre chiediamo che l’avvenire ci porti una felicità di cui in seguito non avremmo che da godere in un nuovo presente… (Lavelle)

La pazienza non perde il coraggio, nemmeno se il tempo non mantiene mai le promesse dell’eternità; infatti questa eternità, essa non l’attende. Già ci vive. Avere davantI a sé il tempo che riscatta tutto, é considerare che non c’é niente nel tempo che finisca, é essere già al di là di tutti i tempi. (Lavelle)


Ci vuole pazienza per sopportare di vivere nel tempo. Si tratta, innanzi tutto, di riempirlo quando sembra vuoto. E non può esserci per noi mezzo migliore della pazienza, che é una specie di dolcezza rispetto al tempo, che non pensiamo né di violentare né di abolire. (Lavelle)