ALDILA’
“…passa la scena di questo mondo” (1Cor 7,31)
E’ spesso duro “usare del mondo come se non ne usassi appieno”. La creazione avvince, affascina.Eppure dobbiamo esistere come se tutto ci fosse dato temporaneamente.
E’ la realtà: tutto passa. Ma allora perchè tutto ci è dato in maniera così attraente e vitale?
Ogni cosa in sè prefigura la realtà futura. Se però, ci impossessiamo della realtà presente come fosse quella eterna rischiamo di fossilizzarci in essa, cioè di rimanere cristallizzati nella dimensione spazio-temporale.
E’ l’inferno perchè non avendo alcuna spinta evolutiva saremmo prigionieri del nostro orizzonte.
Una coscienza limitata nel suo orizzonte non potrà mai sostenere l’eternità che è dinamismo, varietà, novità, espansione sempre al di là del proprio “io”.
Così non potremmo nemmeno fissare lo sguardo su Dio che è Colui che va sempre oltre a ciò che la nostra coscienza può immaginare, essendo la Trascendenza Assoluta.
Chi ci potrà liberare da questa mia angusta mentalità che spesso osa attaccarsi alle bellezze del creato senza riferirle direttamente al suo Creatore?
Conversione, quindi, significa cambiamento di mentalità, distacco e apertura verso tutto ciò che va oltre la semplice sensualità terrena.
Siamo fatti per questo: siamo chiamati ad una vita “sovrabbondante” alla “super-vita”. Dio non crea le bellezze cosmiche per imporci sadicamente di non goderle. No, Egli non agisce così. Vuole la nostra felicità. Per questo ci esorta a non fermarci nei limiti dell’oggi.
Godere senza possedere, vivere senza attaccarci, amare tutto e tutti nel più completo distacco, nella piena consapevolezza che “passa la scena di questo mondo”.

L’inferno è il luogo dove non si ha nulla in comune con gli altri salvo il fatto di odiarsi a vicenda e di non potersi staccare gli uni dagli altri e da se stessi. (T.Merton)

Gli uomini hanno veramente torto a disprezzare l’umile oggetto che hanno sotto gli occhi a fare sterili sogni per il futuro, a immaginare al di là della morte un mondo che esaudirà infine la loro attesa. Tutto il reale è loro dato, ma è difficile ottenerne una immagine pura.
Non è superando l’apparenza, come sempre si dice, che si giungerà a cogliere la verità: infatti abbiamo sempre bisogno di una verità che appaia, e i più grandi spiriti ci rendono apparente ciò che fino a quel momento ci era sfuggito e che l’abitudine subito seppellirà.
Né dietro il mondo, né al di là della morte esiste un’altra realtà diversa da quella che oggi contempliamo: ma gli uni la respingono per correre dietro alle chimere; gli altri trovano in essa, secondo la loro capacità d’amore, tutte le gioie della terra e tutte quele del paradiso. (Lavelle)


Nell’eternità tutto è inizio, mattino profumato. (Elias Canetti)


La storia umana non è vissuta soltanto quaggiù, è vissuta anche nel cielo, o piuttosto il cielo interviene sulla terra, il cielo agisce nel mondo…sono anche i santi gli attori della nostra storia. Quando l’uomo muore ed entra nel seno di Dio, non per questo lascia la terra, non per questo abbandona l’umanità…i santi sono fra noi e fanno la storia.
Essi sono presenti in una preghiera efficace onde implorano l’intervento di Dio, il compimento dei disegni divini. (Divo Barsotti)


L’eternità non é un luogo chissà dove: la portiamo dentro dove Lui l’ha nascosta e non la possiamo strappare né da dentro né da dosso. (Padre Albino Candido)


Una delle confusioni dei dannati sarà il vedere di essere stati condannati dalla loro stessa
ragione con la quale hanno preteso condannare la religione cristiana. (Pascal)