dal Messaggero Veneto del 20/12/02
Turoldo e un presepe per ritrovare lo spirito
Un presepe in terracotta realizzato da Cesare Rota Nodari e una serie di prose e poesie di padre David Maria Turoldo sul tema della natività. Sono questi gli ingredienti di un suggestivo volumetto – È Natale – realizzato dalla Servitium edizioni (80 pagine, 9,80 euro).
Due suggestioni, dicevamo, che si integrano perfettamente perché entrambe non sono compiute, perché lasciano spazio ai pensieri e alla fantasia; anzi, li sollecitano; perché riportano il lettore al centro del gioioso annuncio di liberazione dato dalla natività e all’ineauribile principio di umanità che scaturisce dalla presenza in mezzo a noi del Figlio di Dio.
Turoldo, con il suo tipico e fortissimo linguaggio di fede pura e immediata, di denuncia dell’ipocrisia e della scandalosa lontananza del falso senso di una festa consumistica da quello vero di un tripudio spirituale, ci riporta nel grande evento dell’incarnazione dlla parola divina e del ripetersi rituale di una celebrazione entrata nella civiltà che ha creato costume e, appunto, contraddizioni.
La forza inesauribile dei suoi interventi non perde smalto a più di dieci anni dalla sua scomparsa e scupote le coscienze di quanti sono protagonisti, nell’opulento Occidente, di una grande bagarre che ha tradito il vero spirito del Natale.
Bellissima riflessione sui Re Magi di p. Davide m. Turoldo
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I RE MAGI VISTI DA p. DAVIDE TUROLDO
Magi, voi siete i santi più nostri! Nostri perché all’inizio sono lontani dal Signore, come lo siamo noi; perché mostrano che si può arrivare a Lui per mille strade, non ce n’è una sola; ognuno ha la sua strada, anche chi non legge la Bibbia, come loro.
Sono i santi più nostri per quel misterioso strabismo: camminano con i piedi per terra e gli occhi nel cielo, mostrando che si avanza davvero solo quando si decide di non seguire le paure, ma il cuore; di non calcolare le difficoltà, ma di custodire la sete.
Entrati nella casa videro il Bambino e sua Madre e lo adorarono. Nostri i Magi perché entrano in una casa, una delle nostre case e ci mostrano che la stella di luce si posa sulla nostra vita semplice, sul nostro quotidiano, come un instancabile ardere di orizzonti, di cielo, di speranza. Una stella si è fermata su ognuna delle nostre case.
E adorano un bambino. C’è qui una lezione misteriosa: non adorano un Crocifisso, non il Risorto, non un saggio dalle parole di luce, non un giovane nel pieno del suo vigore, semplicemente un bambino in braccio a sua madre. La cosa più vicina a Dio: non solo Dio è come noi, non solo è il Dio-con-noi, ma è un Dio piccolo fra noi. Che non può fare paura, che fa leva solo sulla tua bontà.
Infine vorrei redimere le parole di Erode quando dice: Informatevi con cura del Bambino e quando lo avrete trovato fatemelo sapere perché venga anch’io ad adorarlo! A ucciderlo! Erode è l’uccisore di sogni ancora in fasce. Erode è dentro di noi, è quel cinismo, quel disprezzo, quelle paure che in noi distruggono i sogni del cuore.
Vorrei riscattare queste parole dalla loro profezia di morte e ripeterle all’amico, al teologo, all’artista, al poeta, allo scienziato, all’uomo della strada, a ciascuno di voi: hai trovato il Bambino?
Ti prego, cerca ancora, accuratamente, nei libri, nell’arte, nella storia, nel cuore delle cose, cerca nel Vangelo, nella stella e nella parola, cerca nelle persone e in fondo alla speranza, cerca ancora con cura, fissando gli abissi del cielo e gli abissi del cuore, e poi fammelo sapere perché venga anch’io ad adorarlo.
E voi fratelli, dovreste dire e ripetere a noi preti: informatevi sempre più accuratamente, cercate di conoscere sempre meglio quel Bambino, fatecelo sentire vivo e vero questo Dio piccolo fra noi, fatecelo sentire vicino, così che anche noi lo possiamo sentire e vedere.
Aiutateci a trovarlo e verremo, con i nostri piccoli doni, verremo con tutta la fierezza dell’amore, con i nostri sogni salvati da tutti Erodi della storia e del cuore.
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