dal Messaggero Veneto del 20/05/2002

Interventi di Furio Bianco, Gianpaolo Gri, Novella Cantarutti e don Nicola Borgo

Presentato a Codroipo il libro fotografico di Elio Ciol su “Gli ultimi”

di MARIO TURELLO

Gli ultimi: la civiltà contadina tra passato e futuro è stato il tema del convegno con il quale lo scorso sabato si è concluso, nella splendida biblioteca comunale di Codroipo, il ciclo di manifestazioni promosso dal Forum di Aquileia nel decennale della morte di padre David Maria Turoldo: tavole rotonde, concerti, spettacoli teatrali, recite, proiezioni, incontri con i giovani, liturgie che non hanno voluto essere meramente celebrativi, ma criticamente propositivi per un corretto approccio alle opere, all’impegno e alla spiritualità del frate friulano e per una conseguente attualizzazione del suo messaggio.

Occasione dell’incontro è stata la presentazione del volume Turoldo e Gli ultimi di Elio Ciol, che fu fotografo di scena durante la lavorazione del film: un magnifico documento visivo corredato da saggi di Nicola Borgo, Sabrina Baracetti, Nino Verginio Rodaro, Marta Mauro, Morando Morandini, Carlo Sgorlon, Riedo Puppo, Andrea Romano e Gianfranco Ravasi.
Gli interventi dei relatori hanno avuto una focalizzazione progressiva, dall’ampio contesto storico tratteggiato dallo storico Furio Bianco ai rapporti tra Turoldo e il Friuli presi in esame dall’antropologo Gianpaolo Gri alla testimonianza personale della poetessa Novella Cantarutti.

Bianco ha individuato nel film di Turoldo la descrizione dei fenomeni di trasformazione della condizione contadina e diversi spunti di demistificazione della lettura politica che di essi si diede; fu, quella di Turoldo, a un tempo denuncia e idealizzazione d’una condizione di irrimediabile ingiustizia, e nondimeno assunta come paradigma di valori, ha ulteriormente messo in rilevo Gri, che ha escluso la possibilità di una interpretazione ingenuamente realistica del Friuli cantato da padre David: senza nulla togliere agli affetti e alle esperienze degli anni d’infanzia, e al sempre dichiarato senso di radicamento, è con gli occhi della fede e con le immagini della Scrittura che egli guardò e trasfigurò la sua terra, il suo paese, persino i suoi familiari. Ignorare questa duplice prospettiva significa travisare, banalizzare un rapporto intenso e drammatico che trascende l’immediatezza della semplice appartenenza.
Novella Cantarutti poi ha rievocato momenti di incontro con Turoldo, e ha proposto alcuni propri saggi di traduzione di sue poesie. Tra i molti spunti di interesse, e meritevoli di ulteriori verifiche, la constatazione della grande agevolezza della versione della lirica turoldiana in friulano: prova, ha osservato la scrittrice, che le strutture linguistiche e concettuali soggiacenti all’espressione di Turoldo in lingua italiana mantengono tratti tipicamente friulani.

Il libro di Ciol è stato infine presentato da don Nicola Borgo, il quale ha messo in luce il senso e il valore dei già citati apporti critici che lo arricchiscono, ed ha auspicato che la figura di Turoldo diventi, più che oggetto di dissertazione, modello di scelte e di stili di vita, e annunciato il proposito di dar vita, a Coderno, paese natale di Turoldo, a una comunità che si ispiri alla sua fede radicale e alla sua mistica.

Nella serata, l’ultima replica di …miei versi dettati dalle pietre… ha fatto risuonare le liriche di padre David per voce di Werner Di Donato e Saverio Indrio, accompagnati dal flauto da Tiziano Cantoni e dall’arpa di Mariateresa Bazzaro. Il recital, già proposto in diverse cittadine del Friuli, ha ottenuto ancora una volta vivissimi consensi.

L’impegno del Forum ora è di mettere pienamente a frutto quanto sin qui realizzato, con la pubblicazione degli atti, la prosecuzione del premio letterario, la ricognizione degli inediti, gli approfondimenti critici eccetera.
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