da Tempi di Fraternità di febbrao
Dibattito sullo speciale di Tempi di Fraternità
.
Ancora prima della sua uscita del mese di Aprile, il nostro speciale “Balducci e Turoldo testimoni e profeti a dieci anni dalla loro morte”, suscita già grande dibattito ed interesse. Pubblichiamo qui di seguito due lettere pervenuteci via e-mail rispettivamente da Enzo Mazzi e da Maria Teresa Gavazza. Il curatore dell’inserto, Mario Arnoldi risponde al primo degli scriventi.
L’intenzione di produrre uno speciale di Tempi di Fraternità su Ernesto Balducci è buona. Sono però amareggiato per il taglio. Non finite forse anche voi per consegnare la memoria di Ernesto agli specialisti della storia sottraendola di fatto alla non-storia?
“Ci sono plebi immense – disse ad esempio in una conferenza nel 1988 – che vivono fuori dalla storia. Fare storia è già un modo di ricordare il passato in funzione nostra, relegando nel nonsenso non-rilevanza tutto quello che si misura con i nostri parametri Anche quando abbiamo insegnato a numerare gli anni dalla nascita di Cristo, abbiamo fatto un sopruso. Dobbiamo immergerci nella non-storia, nel tempo sincronico il vero tempo dell’uomo quello in cui ci si interroga sul nascere e sul morire”.
Il personaggio Balducci non potrà evitare di essere imbalsamato nel tempo diacronico, che – sempre secondo Balducci – è il tempo dei dominatori, i quali in ogni epoca pretendono di omologare a se stessi l’universo dello spazio e del tempo. C’è già chi ad esempio sostiene che il suo dissenso era quello buono, fedele, senza rotture. Si è già pronti ad erigere altari al profeta morto per sacrificarvi i profeti viventi.
Ma se il personaggio appartiene ai morti che seppelliscono i loro morti, al contrario, l’uomo e il cristiano Ernesto Balducci attende uomini e cristiani che lo immergano nel tempo sincronico e che proseguano il suo “esodo”.
Un abbraccio affettuoso
Enzo Mazzi
*******
Caro Enzo Mazzi,
sono stato incaricato di dare un riscontro al tuo messaggio a proposito del fascicolo di aprile di Tempi di Fraternità di Torino su “Balducci e Turoldo testimoni e profeti a dieci anni dalla loro morte”, dal momento che mi interesso del coordinamento degli autori e dei relativi articoli del fascicolo stesso. La nostra preoccupazione è la stessa tua: non imbalsamare due persone vive ed attuali per consegnarle agli archivi, ma rendere attuale e sempre vivo il loro messaggio oggi.
Garanzia sono gli autori degli articoli. Maurilio Guasco, accanto al pensiero politico contemporaneo, ha sempre approfondito figure della cristianità più significativa, a cominciare dal suo primo libro sui preti operai, scritto con G. Barra presso Gribaudi nel ’67, dal suo grande studio su Romolo Murri ed il modernismo nel ’68, sino agli scritti su don Primo Mazzolari ed alla più recente “Storia del clero in Italia dall’ ottocento ad oggi”, presso Laterza del ’97. Una vita spesa per rendere attuali figure significative del passato.
Brunetto Salvarani, nostro direttore, è uno dei maggiori operatori in Italia del dialogo interreligioso, ha diverse pubblicazioni sull’argomento ed organizza dal ’97 gli Incontri cristiano musulmani per il dialogo sociale di Modena. Una figura pienamente immersa nel presente.
Bruna Bocchini Camaiani ci darà un quadro della Firenze di Balducci che, per la sua competenza, non potrà che essere vivo.
Per quanto riguarda me, ho conosciuto Balducci nel lontano ’65 quando l’ho portato ad Alessandria per la conferenza sul Rapporto Chiesa-mondo dopo il Vaticano II. L’ho seguito poi per tutto il corso della sua evoluzione di impegno e di pensiero sino alla formulazione dell’ Uomo planetario e Le Terre del tramonto, temi di massima attualità. Su Turoldo ho scelto di scriverne andando ad intervistare il suo collaboratore ed amico di tutta la vita, P. Camillo de Piaz, che mi ha reso nuovamente vivo ed attuale il messaggio di P. Davide.
Sono venuto a trovarti, Enzo Mazzi, la domenica 7 marzo ’99, alle 9, dopo un appuntamento che gentilmente mi hai dato telefonicamente. Abbiamo parlato noi soli più di un’ora. Volevo rivederti e rendermi conto della fedeltà trentennale del tuo vivere il cristianesimo essenziale. Quella domenica la messa è stata detta non sulla piazza, perché tempestava, ma all’interno della sede, e mi ha ridato le stesse reazioni ed emozioni di un tempo. Per altro ogni volta che ho occasione di venire in Toscana o a Firenze non manco mai di fare una visita alla comunità della Badia Fiesolana e, spingendomi un pò oltre, a Barbiana, per riascoltare il messaggio di Lorenzo Milani scolpito nella terra dove è sepolto. Inoltre ho conosciuto diversi ex allievi dell’indimenticabile maestro. Ci sono vari modi di fare storia ed il nostro non è dal presente al passato, ma dal passato al presente per il futuro. Quando avrai letto il fascicolo, ti renderai conto che il nostro progetto non mummifica testimoni e profeti, ma li rende attuali. P. Camillo concludeva la sua intervista con la frase: Balducci e Turoldo ci mancano, se fossero qui oggi non starebbero zitti…e seguì una lunga e commovente pausa.
Cordialmente. Mario Arnoldi