turovolto picturedal Messaggero Veneto di Domenica 30 settembre
di GIANPAOLO CARBONETTO

Il decennale della morte: tra dicembre e febbraio convegni, cinema, musica e teatro

Il mondo della cultura in Friuli per il progetto del Forum di Aquileia

Ormai sono passati quasi dieci anni da quel 6 febbraio 1992, giorno in cui padre David Maria Turoldo se ne andò lasciando molto più poveri non soltanto il suo Friuli, ma anche l’Italia e la Chiesa.

Durante questi dieci anni è stato spesso ricordato, ma ancora più spesso dimenticato e la sua opera è stata richiamata con maggiore intensità dai laici che dagli ecclesiastici, a ulteriore sottolineatura di quel ruolo di personaggio storico in cui lo poneva la sua costante determinazione intellettuale di voler conoscere, capire, ragionare che lo ha portato a comprendere primi di molti altri le future conseguenze di quello che stava accadendo, quasi a profetizzare, insomma, subendo così quella carica di paura che il concetto stesso di profezia provoca negli altri.

Ora il decennale della morte appare come il momento più adatto per dedicargli un grande convegno, non laudativo o semplicemente celebrativo, ma ideato per continuare nello studio e nell’approfondimento del suo pensiero. Questa iniziativa sarà divisa in due periodi (dal 4 al 7 dicembre e dal 4 al 7 febbraio) e sarà presentata ufficialmente domani mattina, alle 10.30, nell’ufficio della giunta regionale di via San Francesco 4, a Udine, alla presenza dell’assessore alla Cultura, Alessandra Guerra, ma per saperne già qualcosa di più abbiamo interpellato don Nicola Borgo, presidente dell’Associazione David Maria Turoldo che in questa occasione è affiancato da Paolo Maurensig, presidente del Forum di Aquileia, e da Renato Stroili (vicepresidente operativo).

È stato il Forum di Aquileia, infatti, ad assumersi l’onore e l’onere di gestire questa realtà.
«In occasione del decimo anniversario della morte di padre David Maria Turoldo – dice don Borgo – ci sembrava che tutte le istituzioni civili, politiche e culturali del Friuli potessero guardare a Turoldo con una duplice intenzione: trarne un bilancio e ottenerne una consegna. Il bilancio riguarda quello che Turoldo è stato come poeta, testimone civile, uomo di Chiesa e poi uomo di teatro e di cinema, personalità di grande respiro, molto attenta ai problemi del mondo.

Ci chiediamo poi cosa ci ha lasciato Turoldo, cos’è che ci ha consegnato per il nostro momento presente che vede un Friuli letteralmente trasformato e un’Italia che ha assunto solidità democratica dopo il periodo del fascismo e della resistenza e, naturalmente, dopo la ricostruzione che ha avuto caratteristiche che Turoldo ha condiviso fino a un certo punto.

Un momento in cui balza sempre più evidente l’ultimissima realtà drammatica per Turoldo con la scoperta, tramite Rigoberta Manchu come premio Nobel, del terzo mondo e dei suoi problemi in una società che si va rapidamente globalizzando. E poi ci chiederemo, sia dal punto di vista civile, sia da quello della Chiesa, cosa ha maturato la trasformazione postconciliare nella liturgia e nella prassi istituzionale. Sono tutti argomenti che nascono dalla sua testimonianza, dalle sue rabbie e dalle sue convinzioni».

Paolo Maurensig aggiunge: «Turoldo è stato un uomo dalle possibilità molteplici, ma in realtà io credo che sia stato un poeta fin da bambino; poi ha scelto la strada religiosa e dell’impegno civile, ma le sue personalità hanno continuato a collidere, sempre toccato dal dubbio come avviene in tutti gli uomini».

E don Borgo riprende: «In lui la speranza degli inizi, come il flusso della storia, subisce un disincanto, in cui la speranza cessa di essere un sogno e diventa una virtù difficilmente conquistabile. Nei suoi ultimi canti ha affermato che la speranza è la realtà più difficile». «E noi – ribadisce Stroili – puntiamo molto sul concetto di una speranza adulta che diventa una sorta di filo conduttore anche se non sempre visibile, perché ben si capisce che Turoldo è il religioso più vicino ai laici, o, forse, il laico più religioso».

Tornando al convegno, don Borgo spiega che «sarà impostato in quattro settori specifici. Il primo riguarderà il contesto storico della sua testimonianza, il secondo si rivolgerà il senso della poesia, il terzo abbraccerà il suo progetto per l’uomo e il quarto contemplerà il cristiano Turoldo con tutti i suoi problemi di rapporti con la Chiesa in un momento particolarmente interessante, dal periodo preconciliare in cui Turoldo ha fatto il profeta, o comunque l’anticipatore, a quello postconciliare. In questo primo quadro si accompagnano poi altre manifestazioni.

La prima riguarderà la rappresentazione nel duomo di Udine di alcuni suoi inni per la liturgia che sono stati consegnati ad alcuni musicisti soprattutto tenendo presente che per Turoldo la liturgia aveva un rapporto profondissimo con la bellezza e con la vita; quindi, se si vuole, una liturgia che è molto meno ritualità e formalità, e molto più un’attenzione alla sensibilità contemporanea alla bellezza e alla vita. Inoltre è previsto un concerto che avrà un carattere particolarmente commemorativo e sarà accompagnato da una prolusione relativa al personaggio Turoldo».

Ma il programma prevede anche altri momenti notevoli. Don Borgo continua: «Una cosa importantissima sarà la proiezione di una copia restaurata e integrata del film Gli ultimi. Dalla suore di San Paolo che lo avevano conservato abbiamo recuperato addirittura 8.000 metri di pellicola e Cec, Cinemazero e Cineteca del Friuli si sono impegnati, naturalmente appoggiandosi a Cinecittà, per recuperare il film che ora sarà proiettato in una sorta di prima assoluta. Poi ci saranno anche la pubblicazione di un volume che raccoglie le fotografie di scena del film e quella di alcuni inediti di riflessione religiosa. Inoltre sarà bandito un premio di poesia».

A scandire le varie iniziative ci sarà una sorta di particolare fil rouge. «Turoldo – racconta Renato Stroili – voleva partecipare ai Turcs tal Friûl; poi, per motivi disciplinari, non ha potuto prendervi parte, ma Gianni De Capitani gli ha chiesto di essere comunque presente con qualcosa e lui ha voluto farlo recitando una preghiera scritta da Pasolini: i testimoni del tempo affermano che, recitandola, egli si commuoveva, tanto che ha dovuto riprenderla più volte. All’inizio di ogni iniziativa manderemo in onda questa registrazione».

Sui nomi dei personaggi che parteciperanno al convegno il segreto è ancora quasi impenetrabile, ma alcuni nomi sono filtrati e si tratta di presenze di rilievo della poesia, della politica, del giornalismo e della Chiesa: Sergio Zavoli, Andrea Zanzotto, Mario Luzi, Giorgio Lago, Ermanno Olmi, Carlo Sgorlon, Silvio Piovanelli.

Il progetto, che è sostenuto dalla Regione, dalla Provincia di Udine, dalla Fondazione Crup e gode della partecipazione di diverse istituzioni pubbliche e private e di realtà culturali del territorio si svolgerà in prevalenza a Udine, nella sala della Provincia, nel Castello, nel duomo e nella chiesa delle Grazie, ma, ovviamente, ci saranno anche alcune iniziative che si svolgeranno a Coderno di Sedegliano nella casa natale di Turoldo. Inoltre alcuni attori e alcuni critici porteranno le sue poesie in varie scuole e la stessa operazione sarà ripetuta in diversi comuni».