La
Sacra Sindone mette in evidenza i lineamenti di un uomo che ha subito atroci
sofferenze: un viso deformato dai lividi e tumefatto.
Eppure
denota una morte composta, decorosa, ieratica. Quell’uomo ha sofferto davvero,
non può essere un impostore.
È un
segno dei tempi destinato alla nostra generazione tecnocratica e
iper-positivista.
Osserviamo
il setto nasale fratturato, la guancia gonfia, il labbro tumefatto, le tracce
di sangue sulla barba, sulla fronte… proprio sulla fronte c’è una cifra ben
chiara e visibile: ricorda un “3”.
Quell’uomo è segnato con un marchio – un
numero – che gli uomini del suo tempo ancora non conoscevano e sotto quella
forma di scrittura che verrà introdotta più tardi nella nostra civiltà da un
popolo di cultura rigidamente monoteista: gli arabi.
Quell’impronta di sangue
causata dal graffio di una spina della corona suggerisce molte cose sul Figlio dell’Uomo, Gesù Cristo: Egli
ci rivela l’amore trinitario mediante il suo sangue sparso abbondantemente.
Quel sigillo trinitario è posto sulla fronte come segno per la nostra
generazione assetata di prove e di razionalismo.
La
Sindone, cosi come la conosciamo, è stata scoperta con l’ausilio della scienza
e delle innovazioni tecnologiche. I lineamenti di quell’uomo sono stati meglio
identificati con lo sviluppo del “negativo”.
Gesù, quindi, viene
intravisto al negativo: richiede l’abbandono della mentalità mondana ed
efficientistica per un totale capovolgimento degli schemi mentali.
Il vero
amore è tracciato col sangue dalle spine di una corona la cui regalità non è
come la intende il mondo. Ma è esattamente l’opposto.
Cristo
possiede tutto perché ha donato tutto.
È re e dominatore perché, obbediente al
Padre, si è lasciato dominare e calpestare per amore.
Pier Angelo Piai
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a cura di http://mondocrea.it