depgesrisorto picture

Non si entra in Paradiso se non ce l’abbiamo già dentro.

Quello che diciamo “Paradiso” è una nuova dimensione della vita, che è situata al di là della vita terrena.
Il corpo risorto di colui che vi partecipa è completamente trasfigurato e vive totalmente immerso in Dio che contempla “faccia a faccia”.

Il corpo, la psiche e l’anima non soffrono più perché hanno già raggiunto il fine per cui sono state poste in essere : la perfetta visione trinitaria del Creatore, dopo averlo amato e servito nel breve arco della vita terrena. In questa nuova dimensione non può esserci noia perché in Dio tutto è “novità”. Già nella vita terrena ci furono piccoli anticipi di questa nuova visione, frutto dello sguardo interiore rigenerato dalla grazia. Ora tutto è realmente “novità”. La noia terrena è sempre frutto di una “sclerotizzazione” dello sguardo che rimane alla superficie delle cose.

Il corpo terreno è soggetto a mutamento, a deterioramento. La mente risente di questa fragilità e spesso prova l’angoscia dell’incertezza, della paura di ciò che potrebbe capitarle, del disagio della sofferenza fisica e morale. L’anima in questa situazione tende a vivere nello stato d’ansia e nella noia mortale. Colui che è risorto, invece, è nuovo, incorruttibile, non soggetto a mutazione o a sofferenza alcuna, perché è già stato provato durante la vita terrena e in mezzo alle prove ha scelto, in libertà, Colui che lo ha salvato.

La sua coscienza non percepisce più in un senso “spazio-temporale”. Non c’é un fluire di stati di coscienza che si succedono nel tempo e nello spazio. Non percepisce la realtà in maniera frammentaria. La visione di Dio viene vissuta dalla sua parte, in maniera “unitaria”. E’ Lui l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine. La somiglianza con Dio combacia anche con la visione di chi, in Paradiso, viene a Lui perfettamente unito nel matrimonio mistico. Sicché tutto in lui è contemporaneamente presente come lo è in Dio. Passato, presente e futuro non hanno più senso.

Ciò che costituiva la vita terrena era solo lo stato embrionale della situazione attuale. Ombre e luci terrene appaiono in modo totalmente diverso alla luce della verità. Le ombre preparavano le luci, la sofferenza preparava la pace, la corruzione l’incorruttibilità, il peccato la purezza della libertà e dello sguardo.
Lo sguardo di colui che entra in Paradiso è completamente rinnovato.

Quello che ai nostri occhi terreni appaiono “difetti fisici e psicologici” o “deformazioni” o “mutilazioni” vengono illuminati dalla sofferenza che hanno causato. Gesù risorto si mostra con le stigmate. L’occhio terreno giudica superficialmente, l’occhio celeste vede tutto alla luce dell’amore.

In Paradiso c’è un’armonia indescrivibile: angeli e santi vivono nella luce divina, ognuno con uno splendore particolare. Non c’è più l’attrazione o la repulsione reciproca basata sulla simpatia o l’antipatia terrene. Ognuno è così trasparente che suscita negli altri ammirazione per quanto Dio ha fatto in lui sin dal momento del suo concepimento. Ha più capacità di ammirazione colui che ha un grado di umiltà più alta.

L’essere più luminoso del Paradiso è colui che nella verità scorge le grandezze che Dio ha operato in sé e negli altri. Non esiste il metodo di confronto che applichiamo dal punto di vista umano. Nessuno prova invidia per la grandezza degli altri, ma solo profonda ammirazione e ne gioisce, anche se è consapevole di essere il più piccolo. Ognuno contempla con profondo stupore l’Onnipotenza e la Giustizia Paterna, l’umiltà e la Misericordia del Figlio, la Creatività dinamica dello Spirito che operano in tutti.

Coloro che in terra erano parenti, o coniugi, o amici, o avevano particolari legami affettivi, in Paradiso vedono infinitamente potenziato il loro amore alla luce trinitaria. Ma il legame non è più caratterizzato dall’affettività terrena, perché essa passa in secondo piano. Il legame spirituale è assai superiore perché rende ogni persona più libera e creativa e dona uno sguardo così puro e semplice che si estende a tutte le creature redente. Nulla di quello che era terreno viene disperso, ma “trasfigurato” e universalizzato in Dio.

Il corpo risorto è sottoposto allo spirito che lo libera dai vincoli e dalle leggi terrene spazio-temporali.
In Paradiso la vita è “pienezza”; “desiderio sempre realizzato” ; realtà sempre ricreata; gioia senza sosta; amore sempre attivo; pace indisturbata; meraviglia rigenerata; verità luminosa; umiltà ammirevole; unità incorrotta; conoscenza sempre più profonda; estasi e godimento senza fine; vita trinitaria.

Pier Angelo Piai