La santità non è un optional: è un dovere in quanto noi siamo stati creati per diventare santi, cioè appartenenti a Dio, amanti in Dio.
Dio ci dà sempre l’opportunità di amarlo nella creazione, nel prossimo, nella solitudine.
Aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture(Lc 24,45)

E’ necessario chiedere allo Spirito di comprendere le Scritture per mettere in pratica gli insegnamenti del Signore.
Innanzittutto esse dovrebbero insegnarci ad amare Dio con tutto il cuore considerando le meraviglie delle sue opere e i suoi interventi nella storia umana.

“Tutte le opere del Signore sono buone; egli provvederà tutto a suo tempo. Non c’è da dire: Questo è peggiore di quello, a suo tempo ogni cosa sarà riconosciuta buona. Ora cantate inni con tutto il cuore e con la bocca e benedite il nome del Signore” (Sir.39,33)

La Sacra scrittura ci invita a cantare inni con tutto il cuore e “con la bocca”.
Così direte nella vostra lode: Quanto sono magnifiche tutte le opere del Signore! (Sir.39,16)

Una frase del genere deve prima provenire dal cuore, da quel senso di stupore sincero e genuino che scaturisce dall’ascolto genuino. Nel silenzio meditativo è necessario riflettere e considerare le meraviglie del creato. Oggi che abbiamo strumenti scientifici più adatti, il senso della meraviglia dovrebbe essere ancora più grande, perché ci si dovrebbe rendere conto un po’ di più dell’armonia tra l’infinitamente grande e il microcosmo.

Adorare Dio significa anche riconoscere la sua grandezza e la sua magnificenza. Significa credere profondamente che ci ama e che desidera che anche noi corrispondiamo di vero cuore. Purtroppo non sempre è così. Si è adirittura tentati di protestare perché le cose non vanno come vorremmo noi. Ma la Sacra Scrittura ci insegna a desiderare che si compia la sua volontà e di credere che tutto andrà a buon fine, nonostante il male che dilaga dentro e fuori di noi. Egli ha vinto la morte tramite la Resurrezione.

Noi lo possiamo glorificare proprio in questo modo. Credendo senza vedere, amando senza essere apparentemente corrisposti. Chi ama nonostante “la sua sorte penosa e il suo giogo pesante”(Sir,40,1) glorifica il Creatore perché egli stesso diventa una meraviglia molto più grande dell’intero creato.

Il creato segue le proprie leggi stabilite sin dall’inizio, colui che si converte e ama, supera le leggi del determinismo e volge la sua libertà in direzione della libertà di Dio.
Si divinizza e diventa realmente “figlio di Dio”.
Non per niente Maria esclama: “L’anima mia magnifica il Signore!”

Pier Angelo Piai