VIII  DOPO
PENTECOSTE – Anno B

Gdc 2,6-17 ; 1Tes 2,1-2.4-12 – Mc 10, 35-45

 

Domenica della più sorprendente autodefinizione di
Gesù: “venuto per servire”. Domenica dei paradossi perenni: chi vuol essere
grande sarà servitore; il primo tra voi sarà schiavo di tutti.
Gesù prende
le radici del potere e le capovolge al sole e all’aria. Davanti a lui ci
guardiamo ora con occhi nuovi, chiediamo un cuore nuovo.

Dice il Signore: i governanti delle nazioni dominano,
tra voi non sia così!
Invece tra
noi è ancora così. Tiraci fuori dai nostri limiti, ti preghiamo: Kyrie
eleison

I grandi del mondo si impongono, tra voi non sia così!Invece tra noi è ancora così. sveglia
ciò che dorme in noi, sveglia il coraggio del servizio: Kyrie eleison

Gli uomini vogliono essere i primi, tra voi non sia
così!
Invece anche nella Chiesa
si sgomita, si calunnia, ci si vende per un posto. Vieni, e aprici le vele: Kyrie
eleison

 

Omelia

Giovanni, il grande, il mistico, il discepolo amato,
il migliore, chiede di essere messo al primo posto, lui con Giacomo: Facci sedere
uno alla tua destra e uno alla tua sinistra.
E gli altri dieci immediatamente
si ribellano, forse avrebbero voluto chiederlo loro! Gli altri dieci,
all’unanimità, unanimi nella gelosia, nella rivalità. Spettacolo eterno! Stanno andando
verso Gerusalemme, manca poco alla croce, non sono dei novizi, stanno con lui
da quasi tre anni, eppure sono rimasti piccoli nel cuore.
Anche i
migliori.

Ed è come se finora Gesù avesse parlato a vuoto: “Non
sapete quello che chiedete!”
Non avete capito a che cosa andate incontro,
non sapete quali dighe aprite, quali argini abbattete con questa voglia di
conquistare potere; non capite che cosa c’è dietro a queste pulsioni, che mondo
ne è partorito. Voi scatenate il peggio della storia. Un mondo di guerre, dove
vince il più forte, il più furbo, il più armato, il più violento, il più
crudele.

A partire da questa domanda sbagliata, Gesù spalanca
l’alternativa cristiana: I grandi della
terra dominano sugli altri, si impongono… Tra voi non è così!
Credono di governare con la forza… tra
voi non è così! Non è così che va il nostro mondo.

Chi vuole diventare grande tra voi… Gesù non condanna, anzi promette una grandezza, una
fierezza, una regalità ai suoi. Non vuole uomini umiliati al suo servizio, ma
che diventino grandi, regali, nobili, fieri, liberi. E tutti ne abbiamo
incontrati discepoli così, donne e uomini che hanno raggiunto bellezza e
grandezza, e nobiltà d’umano. Li abbiamo incontrati, ed erano madri generose,
mogli coraggiose, uomini tenaci e fedeli nelle piccole cose, preti di frontiera,
donne di contemplazione.

Chi vuole una vita grande, si metta a servire.

Servizio,
il nome difficile dell’amore.

Ma anche
il nome nuovo, il nome segreto della civiltà.

Anzi, è
il nome di Dio. Lo assicura Gesù: Non sono venuto per farmi servire, ma per
essere servo.

La più
sorprendente di tutte le definizioni di Dio. Parole che danno una vertigine:
Dio mio servitore! Vanno a pezzi le vecchie idee su Dio e sull’uomo: Dio non è
il Padrone dell’universo, il Signore dei signori, il Re dei re: è il servo di
tutti!

Noi non abbiamo ancora pensato
abbastanza a cosa significhi avere un Dio per servitore. Il padrone fa paura,
il servo no. Cristo ci libera dalla paura delle paure: quella di Dio.

Il
padrone giudica e punisce, il servo non può farlo; egli sostiene, non spezza la
canna incrinata ma la fascia come fosse un cuore ferito. Non ti condanna se sei
uno stoppino dalla fiamma smorta, ma ti fa diventare ardente. Dio non pretende
che siamo già luminosi, ci aiuta perché lo diventiamo, perché
non ci
arrendiamo alle ombre.

Se Dio è
nostro servitore, chi sarà nostro padrone?
Il cristiano non ha nessun
padrone, eppure è il servitore di tutta la vita, in ogni sua forma. È servo non
per una riserva di viltà e di ignavia, ma come prodigio di coraggio.
Nietsche diceva che il cristianesimo è la religione
degli schiavi, lo diceva con disprezzo, ma non aveva capito. Colui che serve
non è uno che si mortifica e si annulla, non è uno che svende dignità o libertà,
ma uno che si pone a servizio della felicità dell’altro, e se ne prende cura, e
produce amore nel mondo È lo stesso servizio che fanno un padre o una madre
verso il figlio del loro amore.

Sono venuto per servire, non per essere servito. E questa è una pagina
meravigliosa di un nuovo catechismo, da imparare sempre di nuovo.

Ricordate il vecchio catechismo? Alla
domanda: Perché Dio ci ha creati? La
risposta recitava: Ci ha creati per
conoscerlo amarlo e servirlo in questa vita e poi goderlo nell’altra…

Il catechismo di Gesù, con i suoi
dodici amici stretti attorno, li ha appena chiamati come chioccia con i
pulcini, capovolge questa prospettiva, e le dà una bellezza che stordisce: siamo stati creati per essere amati e
serviti da Dio, qui e per sempre…

Non sei tu che esisti per Dio, ma è
Dio che esiste per te, in funzione di te, per amarti, per servirti, per
conoscerti e anche per lasciarsi sorprendere da te, da questi imprevedibili,
liberi, splendidi, creativi figli che noi siamo. Talvolta anche tanto piccoli,
come Giovanni e Giacomo oggi.

Dio non tiene il
mondo ai suoi piedi per imporre la sua legge, è inginocchiato lui ai piedi
delle sue creature, e lotta per farle fiorire. Dio non ha troni, si cinge di un
asciugamano e vorrebbe fasciare tutte le ferite della terra con bende di luce.

Ma io tremo, se penso alla
brocca e all’asciugamano. Ho paura. Servizio è il nome esigente dell’amore. Eppure
ve la immaginate un’umanità dove ognuno corre ai piedi dell’altro? E si inchina
non davanti ai potenti del mondo, ma davanti all’ultimo che arriva. La globalizzazione
sì, ma non degli accordi finanziari, bensì del rispetto e dell’onore dovuto ad
ogni uomo, ad ogni donna, ad ogni bambino, alla piccola siriana morta di
diabete sul barcone, perché hanno gettato a mare le medicine, occupano posto
inutile, piccola sorella morta perché tra noi ancora è così! È come non
dovrebbe essere.

Tra voi non sia così!” Mi guardo attorno e vedo che invece è
sempre così: una radice di veleno avvolge il cuore. Vogliamo essere grandi. Ma
chi è grande davvero? Sofocle diceva:
l’opera più grande dell’uomo? è quella di
aiutare un altro uomo. Questa passione di grandezza giochiamola bene, al
tavolo giusto, per un mondo altro, per rapporti creativi: “Tra voi non sia
così!”
Tra voi cose di cielo, di un mondo altro…

Non omologatevi alla mentalità di questo mondo, è il lamento di Paolo, non tutto funziona sulla forza.
L’abbiamo sentito nella seconda lettura (2 Tes 2,4-12) : siamo stati in mezzo a voi come una madre, con la tenerezza di una
madre. Quale servo migliore di una madre e della sua combattiva tenerezza? O di
chi fa come fa un padre verso i propri
figli…

E questo perché accade?
Accade perchè “ci siete diventati cari”. Ricordate
sant’Agostino: servum te faciat caritas,
quia liberum te fecit veritas. La verità ti ha fatto libero, adesso l’amore,
amabile tiranno, ti farà servo.

L’amore, cioè quanti ti sono
diventati cari, ti facciano padre e madre. Fortunato l’uomo, benedetta la donna
che ha persone che le sono diventate così care da averlo reso padre, da averla
resa madre: sono una benedizione per il mondo, sono la benedizione stessa di
Dio.

 

 

Preghiera alla Comunione

Giacomo e Giovanni
camminano vicini a Te, Signore.

Ti vogliono bene, anche
molto, eppure non hanno capito.

Un ladro, crocifisso vicino a Te,

 ha capito,
ti chiede: ricordati di me,

e tu gli assicuri il primo posto.

Ascolta anche me, Signore! Non sono un buon esempio

non ho meriti da vantare, solo problemi.

 Sono come
quel ladro:

 Spesso
tremo se penso alla brocca e all’asciugamano.

Mi stanco facilmente, mi deprimo. 

Una cosa però ho capito, Signore:

fa in modo che mi diventino sempre più care le persone
che mi affidi.

Sempre più cari i miei familiari e la mia comunità

Sempre più cari gli ultimi e i prossimi.

Sempre più caro questo mondo, e l’acqua e l’aria.

Più caro il sole e le piante e ogni piccolo animale.

e avrò il coraggio di servire anch’io la vita,

vegliando sui primi passi della pace,

benedicendo ogni germoglio che nasce. 

E un giorno sentirò per me il nome santo:

vieni servo
buono e fedele

fedele nel piccolo, sarai signore nel molto:

Entra nell’abbraccio grande di
tutto ciò che vive.

Amen.

p.Ermes Ronchi