Non essere più incredulo, ma credente!”

“Sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio” (1Gv.5,13)

E’ difficile credere, ma è ancor più difficile non credere. “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!”
Ognuno di noi è tremendamente solo, se si autoesclude dalla fede in Gesù Cristo Salvatore e Redentore”

Se si riflette a fondo e senza pregiudizi su tutto l’evento salvifico testimoniato dalle Sacre Scritture è difficile immaginare i Vangeli come una puerile invenzione di alcuni fanatici ebrei che hanno voluto fondare una religione. Ciò che ha indotto a testimoniare fatti così eclatanti è stato senz’altro un evento straordinario, quale la Resurrezione. Se si studia attentamente il contesto, una religione centrata su un uomo-Dio inventata in un ambiente giudaico è assurda.

Come potrebbero risultare assurde le adesioni in massa dei primi cristiani, pii ebrei probabilmente attaccati alle tradizioni dei padri, come confermano le tensioni all’interno della chiesa primitiva (la questione degli animali impuri o la circoncisione)
Lo stesso San Paolo, fanatico discepolo di Gamaliele, cambia improvvisamente idea e da persecutore dei cristiani qual era diventa lui stesso cristiano apostolo fervente. Quali vantaggi avrebbe potuto ottenere?

Troppe assurdità per pensare ad una storia inventata di sana pianta. Tutti gli studiosi seri sanno che un mito così consolidato non può formarsi nell’arco di una trentina di anni, dalla morte di Gesù Cristo alla redazione scritta dei primi documenti cristiani. Non avrebbe potuto attecchire in un ambiente semitico per poi essere esportato così velocemente in tutto il mondo. Se si esclude Maometto, che necessita di un discorso molto particolare, basti studiare i movimenti che si sono venuti a creare attorno a Budda o Confucio che hanno avuto un periodo di incubazione proporzionalmente molto più lungo del cristianesimo.

Ma quello che rende credibile in modo paradossale la vericità storica dei fatti evangelici, sono le redazioni del quattro vangeli canonici, che, da un’attenta analisi sinottica contengono in sè molte contraddizioni spazio-temporali che non intaccano, però, il nucleo della fede primitiva (Gesù Cristo morto e risorto: il kerigma) Esse sono il frutto di una rielaborazione delle prime comunità cristiane polarizzate attorno a scuole di pensiero che si basano sulla predicazione degli apostoli.

Eppure la Chiesa ha dichiarato canonici i quattro vangeli senza timore: si sa che la critica illuministica del 1900 ha letteralmente “vivisezionato” tutto per dimostrare le palesi contraddizioni dei fatti narrati nei vangeli.

Ma a parte la complessa questione della redazione dei vangeli sinottici che presentano concordanze e discordanze dall’eziologia difficilmente identificabile, ciò che personalmente mi induce di più a credere nella veridicità dei fatti evangelici è un insieme di contenuti che presuppongono una certa capacità critica accompagnata da conoscenze storico-culturali acquisite. Tra questi il fatto che la prima comunità di apostoli fondata dallo stesso Gesù aveva delle caratteristiche completamente opposte a quelle che avrebbero dovuto avere una comunità “mitica”, intenzionata a fondare una religione.

Molti dei componenti erano pescatori ignoranti mentre uno (Matteo) era preposto alla riscossione delle tasse per conto dei romani ( attività molto odiata dagli stessi giudei). Pare che solo Giuda Iscariota abbia avuto un grado di istruzione superiore. Questi poveri uomini, testimoni e diffusori del cristianesimo, vengono descritti nei vangeli con tutte le loro debolezze umane. (ignoranza, testardaggini, presunzioni, incomprensioni, rivalità, meschinerie, tradimenti ecc.)

Persone così rozze e ignoranti si sarebbero preoccupate innanzittutto di descrivere fisicamente il loro maestro per poterlo proporre come oggetto di adorazione. Invece nei vangeli canonici non c’è alcuna traccia delle sembianze fisiche del maestro. Pare proprio che la narrazione sia più preoccupata a presentare l’evento salvifico imperniato sulla figura del maestro morto e risorto. Tutto si sviluppa proprio attorno al “kerigma”. Simili “mitizzatori” avrebbero dovuto essere dei geni lungimiranti, ottimi conoscitori della psicologia umana, sociologi, intenditori della filosofia orientale, storici, esegeti dell’Antico Testamento, teologi ecc.

Pietro, ritenuto la colonna della chiesa sin dall’inizio, risulta un personaggio impulsivo, ma anche “codardo”, sia prima che immediatamente dopo la resurrezione.
Tommaso è adirittura completamente incredulo.
Il maestro termina la sua vita terrena nel più totale fallimento della croce

Com’era possibile presentare ad una comunità di credenti ebrei un inizio così paradossale, con personaggi così scomodi e poco credibili? Si potrebbe obiettare che dietro a tutto ci sia stata la regia di un personaggio eclettico come San Paolo. Ma se fosse stato un geniale mitomane, non si sarebbe sottomesso a Pietro e Giacomo nelle grandi decisioni. Avrebbe accentrato tutto su di sè.

Troppe sono le questioni che inducono a credere all’oggettività dei fatti, anche se incredibili.
Ma è proprio perché sono incredibili e hanno avuto una diffusione così vasta e veloce che ci inducono ad una seria riflessione sulla loro oggettività. Ma è lo stesso necessario un barlume di fede, perché nulla in questa vita terrena è dimostrabile con le nostre categorie spazio-temporali limitate.

Pier Angelo Piai