Per un Natale più autentico
Siamo nel periodo natalizio. Si sta facendo un gran rumore: televisione, radio, giornali… tutti ne parlano un mese prima. Nelle famiglie c’è gran movimento: bisogna predisporre il pranzo di Natale, l’albero, i regali, il veglione di Capodanno, il presepio…
Dobbiamo lasciarci davvero coinvolgere da tutto questo strepito?
O dobbiamo vivere autenticamente il nostro Natale, non perdendo mai di vista la Verità che si cela dietro questa grande festa?
Il mondo che ci circonda è mistero e meraviglia perché è stato voluto dal Creatore, ma l’egoismo, l’orgoglio e l’odio lo stanno rovinando.
Molti di noi siamo schiavi disperati della materia e dei falsi piaceri.
Mille cose ci distolgono dalla Verità, ma si può raggiungere la felicità solo attraverso la realizzazione del fine per cui siamo stati creati: Dio stesso.
Osserviamo gli eventi più significativi della Rivelazione: povertà, essenzialità, umiltà, preghiera, sete di Dio, profondità, fede, speranza, amore. Tutto converge in umilissimi eventi, dove la straordinarietà si ammanta di luce, di stupore, di meraviglia.
E’ necessario relativizzare tutto ciò che è terreno per farne solo un mezzo verso la luce delle profondità divine. Profondità che si trovano celate in ognuno di noi, se lo vogliamo. Come Gesù Cristo che rimane nascosto nell’umile greppia nel fondo della notte e viene accudito da due personaggi a quei tempi sconosciuti: Maria e Giuseppe.
E’ la nostra anima l’umile greppia, resa tale dalla superficialità del peccato, dal disordine interiore, dalla dispersione esistenziale. Egli si presenta come un neonato che la nostra sollecitudine dovrà contribuire a far crescere dentro di noi.
L’amore è il neonato che dovremo far evolvere nella libertà dei figli di Dio fino al più totale distacco dalla nostra volontà, per inoltrarci nelle grandezze smisurate e misteriose degli abissi e profondità divine.
Allora regnerà in noi il vero Amore.
Ecco un significativo frammento di poesia di p. Albino Candido, poeta e mistico carnico:
BUON NATALE
Sommergiamo nella impietosa povertà di Dio
le nostre ripudiate povertà.
Levighiamo le asprezze, sciogliamo i lacci del cuore,
strappiamo le spine dall’anima,
i rovi che dentro nutriamo, fioriscano in rami di rose
per Lui e per tutti, nella coerenza dell’essere
quali Egli ci vuole: accoglitori e seguaci della sua Parola.
Che ci doni Gesù, piccolo e nudo, di saperlo accogliere e custodire,
difendere in questo mondo tenebroso.
Che ci doni di comprendere che la sua debolezza
è la nostra forza e sicurezza.
Che ci doni di credere che il Natale è nostro, perché è il Natale di Dio
e che Dio ce lo dona.
(dal DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO di p. Albino Maria Candido osm.)
Auguri di cuore.
Buon Natale nella pace del Signore.
Pier Angelo Piai