![]() contro i moderni farisei.pdf |
Pubblichiamo la traduzione di un’intervista rilasciata da Mons. Athanasius Schneider alla rivista di
Cracovia Polonia Cristiana lo scorso 5 novembre; l’intervista ha già avuto grande eco in tutto
l’internet cattolico, dall’America all’Europa.
Mons. Schneider, ora Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Santa Maria ad Astana e
Segretario Generale della Conferenza Episcopale del Kazakhstan, proviene da una famiglia di
tedeschi del Volga che, emigrata in Russia su offerta dello Zar, è poi stata deportata in Centro Asia. Schneider è infatti nato, nel 1961, a Tomkok, nel Kirghizistan sovietico.
La sua famiglia, come tutta la comunità di cattolici tedeschi confinata in quelle remote lande asiatiche dell’URSS, è stata segnata da cruente persecuzioni. Il KGB puniva anche con la morte i fedeli trovati
a pregare nella clandestinità, o, ancor peggio, a partecipare ad «attività eucaristiche»: vi era infatti
una rete di temerarie «donne eucaristiche», che trasportavano segretamente il Santissimo attraverso
le comunità cattoliche oppresse e disperse nelle terre sovietiche.
I sacerdoti, che penetravano oltrecortina come spie, passavano a dir Messa una volta all’anno, o perfino ogni due anni. Molti morirono martiri, come il beato Alessio Zaryckyj, trucidato a Karaganda (dove Schneider è stato Vescovo ausiliare) nel 1963.
Monsignor Schneider, di questi fatti, scrive in due libri luminosi e commoventi editi dalla
Libreria Editrice Vaticana, Dominus est (2008) e Corpus Christi (2013), due piccoli grandi manifesti
per il ritorno all’Eucarestia intesa come grande, preziosissimo sacrificio di Nostro Signore, quel pulsante Corpo di Cristo sempre più vilipeso dalla liturgia, offeso e abbandonato, vero ultimo degli ultimi, vera «periferia esistenziale» che necessiterebbe dalla Chiesa ben altro rispetto e piena venerazione.
Crediamo che Monsignor Schneider sia tra i più luminosi e saldi fari della Verità all’interno di questa Chiesa in tempesta. Lo hanno capito un po’ ovunque, tant’è vero che piccole comunità cristiane di tutto il mondo, da Nuova York a Hong Kong, gli chiedono di celebrare la Santa Messa secondo la tradizione – il che capita anche in Italia quando si trova a passare per il nostro Paese.
(Roberto Dal Bosco e Elisabetta Frezza)