1° NOVEMBRE 2014 – TUTTI I SANTI –

Ap 7,2-4.
9-14    Rom 8,28-39 – Mt 5, 1-12

 

E’ la festa di Tutti i Santi, fili d’oro che legano
insieme il cielo e la terra, anello d’oro del tempo e dell’eterno.

Festa dei ‘Vivi’ che anticipa la memoria dei defunti
domani.

Oggi i santi e i peccatori si tengono per mano, nel
grande pellegrinaggio verso la vita. Nella comunione dei santi entriamo anche
noi, entriamo da peccatori, chiedendo perdono per la nostra vita incompiuta,
gli obiettivi mancati, le beatitudini tradite.

 

Signore, tu hai detto beati voi poveri, noi invece riteniamo beati i ricchi, i famosi,
quelli che hanno successo: di questo ti chiediamo perdono. Kyrie

Signore, tu hai detto beati voi che costruite la pace, noi invece diciamo beati i vincenti, coloro che
hanno raggiunto potere, prestigio, forza, Kyrie

Signore, tu hai detto beati voi quando darete
misericordia
, e noi invidiamo chi
si fa rispettare e sa imporsi, chi pretende invece di dare , Kyrie

 

 

Omelia

Le beatitudini sono al cuore del vangelo. E al cuore
del vangelo Gesù mette un Dio che si prende cura della gioia dell’uomo. La
sorpresa è che non si prende cura dei migliori tra noi, dei più bravi,
intelligenti o devoti, ma sono l’annuncio gioioso che Dio regala vita a chi
produce amore; che se uno si fa carico della felicità di qualcuno, il Padre si
fa carico della sua felicità.

Le beatitudini sono la lieta notizia che i somiglianti a Cristo
umanizzano il mondo: queste nove parole, che Gandhi riteneva “le più alte che l’umanità abbia ascoltato”,
sono il ritratto di Gesù, raccontano il suo volto e il suo agire, lui che
da ricco si è fatto povero, affamato di giustizia per sé e per gli altri,
misericordioso, limpido, perseguitato.

I somiglianti a Dio
umanizzano il mondo! La storia si aggrappa ai santi per non cadere nel buio
della violenza. L’abbiamo sentito nell’Apocalisse: non devastate la terra, il mare, le piante finché ci sono dei santi! È
la stessa voce che rassicurava Abramo: “non
distruggerò Sodoma per riguardo a dieci giusti” (Gen 18,32). I giusti sono
la salvaguardia della terra, garantiscono il futuro di tutti. I poveri sono i
pilastri segreti del mondo. Pilastri nascosti sono quelli che hanno gli occhi
puri e il cuore bambino e che non valgono niente agli occhi impuri del mondo.

Beatitudine
è termine un po’ appassito nel nostro linguaggio corrente, ma nella bibbia non
indica una generica contentezza, piuttosto significa: Avanti, in piedi, in cammino, voi poveri, Dio è dalla vostra parte e
cammina e lotta con voi…

A rendere santo, bello
l’uomo è la vita di Dio che ti avvolge, penetra, riempie. E ti carica di luce
che poi rilascerai goccia a goccia. E lo fa continuamente. Abbiamo sentito quel
pezzo sublime di Paolo, bello da commuovere: chi ci separerà dall’amore? (Rom 8,28). E segue un elenco di 7 cose,
potenti, dolenti, e nessuna che possa separarci dall’amore…

E non gli basta, ed eccolo
ripetere: Nulla mai ci separerà
dall’amore di Dio. Preceduto da un secondo elenco di 10 cose, la cifra
della totalità. Nulla, e sono
convocate tutte le creature; mai e
sono convocati i giorni e l’eterno.

Nulla, mai,
ci separerà dall’amore. Sentite Paolo come parla con amore dell’amore, come
faceva Gesù. E non è scontato: quanti parlano con arroganza, con sospetto, con
volgarità dell’amore…

Nel Credo diciamo: credo la comunione dei santi e la
remissione dei peccati. Mettendo vicini due termini che sembrano tra loro
inconciliabili: santità e peccato. Che invece si sfiorano, lottano e si abbracciano
nel cuore, nel Credo, nella Chiesa intera che i Padri chiamano “casta meretrix”, la peccatrice santa.

Santità e peccato, contigui
nell’atto di fede, mi garantiscono che il paradiso è pieno non di santi, ma di
peccatori perdonati, di gente proprio come me.

Non vale l’alternativa o santo
o peccatore. Nella chiesa santi e peccatori, quelli dalla fede salda e i
dubbiosi si tengono per mano, e i primi trascinano gli altri verso la
vita.  Anche il santo pecca sette volte al giorno (Prov
24,16), ma se cade sette volte si rialza otto volte; se fa il male sette volte,
compie il bene settanta volte sette (Mt
18, 21) e così facendo toglie aria e ossigeno e cittadinanza nel cuore al male.

Unica strategia spirituale alla
nostra portata: ricoprire il male, che pure continuerà a mordere sulla vita e
sulla storia, con sovrabbondanza di bene, perché la carità copre moltitudini di peccati (1 Pt 4,8).

C’è nella storia, e la
conosciamo bene, una comunione dei malvagi che si spalleggiano tra loro; una
rete di violenti e corrotti che umilia, offende, inquina la nostra terra. Noi
la riconosciamo, ma non crediamo in
essa, non le accordiamo fiducia. Sappiamo che i potenti, i forti, i ricchi
dominano nel mondo, ma non crediamo
in loro.

Crediamo
invece nella comunione dei santi, nei buoni che fanno rete tra loro e che,
senza neppure saperlo, sostengono il mondo.

Crediamo
nella solidarietà dei buoni, degli onesti, dei miti, dei generosi, in questo
legame umile e fortissimo che si oppone alla rete dei violenti e dei corrotti.

Io credo che l’umanità è
comunione, credo che in ognuno c’è l’orma di ognuno, che la società e i valori
si salvano insieme.

Credo che anche il più
piccolo pensiero di pace pensato nella grotta più nascosta, dal più sconosciuto
eremita, non resta senza effetto sul mondo. Credo nella comunione:

 Le mie braccia aperte sono appena
l’inizio del cerchio

che un amore
più vasto compirà
(Margherita Guidacci).

Ognuno è inviato alla terra come
braccia aperte, punto lucente di un vasto cerchio d’amore, anello d’oro del
tempo e dell’eterno.

La fede cristiana è fidarsi,
affidarsi, fondarsi sulla loro bontà, credendo che essa è una forza storica più
forte della cattiveria! Credendo che il bene è più forte del male, che la luce
è più forte del buio, che la purezza è più umana della volgarità, la pace più umana
della guerra, la giustizia migliore dello sfruttamento per denaro. Che la vita
ha senso, il suo senso è positivo, questo senso non avrà mai fine. Altrimenti
perché varrebbe la pena vivere e lottare e credere?

Credo nella forza
invincibile dei giusti e dei miti, e la mia fede si rafforza nella comunione
con chi ha più fede di me, la mia purezza si fa più pulita nella comunione con
chi ha occhi più limpidi dei miei. Qui nel tempo e poi nell’eterno, santi e
peccatori si tengono per mano e i santi trascinano gli altri in alto, verso la
vita.

E se non avremo molto da
offrire al Signore nell’ultimo giorno, ci presenteremo a lui come mendicanti,
ricchi solo di lacrime. E credo, so che sentirò venire dalla bocca di Dio
parole come queste:

 Vieni figlio, il tuo
desiderio di amore era già amore.

 Vieni
figlio, sognatore, devoto, vagabondo, poco importa, vieni.

E se anche hai infranto mille volte le tue promesse,
vieni.

Vieni, nonostante tutto, vieni,

con i tuoi tesori in vasi di argilla,

con i tuoi gesti pieni di cuore,

con le tue lacrime raccolte ad una ad una,  vieni!

Ora non ti farai più male.

Nulla mai ti separerà dall’amore.

 

 

 

 

PREGHIERA
alla comunione

 

Signore, tu non convochi eroi nella tua casa,

ma uomini e donne veri,

e forse, qualche volta, lo sono anch’io.

Ti prego, guariscimi dalla paura di me stesso,

Fammi restare davanti a te, vero come un bambino,

a mani aperte, a cuore aperto, con fame di abbracci.

Fa’ che affiori dal mare confuso dei desideri,

il desiderio limpido di te.

Donami occhi puri che ti sappiano vedere

nel sorriso e nella croce,

nel piccolo animale e nel tappeto di galassie

su cui cammini;

donami orecchi attenti che ti ascoltino

nella voce intima che indica la via

nel silenzio e nell’orchestra di tutto il creato,

nell’eloquenza delle lacrime.

La tua voce, Signore, fammi sentire,

la tua voce che sussurra:

Vieni, chiunque tu sia,

sognatore, devoto, vagabondo, vieni.

Vieni, hai tentato di amare, e adesso

nulla ti separerà mai più dall’amore di Dio.

 

 

 

Concilio
Vat. II, Cost. dogm. Lumen Gentium, N. 40

 

I seguaci di Cristo… nel battesimo sono stati
fatti figli di Dio e partecipi della natura divina, e perciò realmente santi.
Essi devono, con l’aiuto di Dio, mantenere e perfezionare la santità che hanno
ricevuto.

p.Ermes Ronchi