Bisogna sempre ricordarsi dell’Essenziale. Porsi sempre la domanda : che cos’è più importante?
I miei affari o i suoi? “Non sapevate che devo pensare alle cose del Padre mio?” – risponde Gesù adolescente. L’adolescenza è l’età della presa di coscienza, un inizio evolutivo importante per la propria spiritualità.
Noi pensiamo che Dio sia assente dalla nostra vita reale, per cui sembra che non si interessi alle nostre cose. Invece sbagliamo di grosso. Egli, dice la Sacra Scrittura, è un Dio geloso. Ma è anche la Verità e desidera ardentemente che noi ricerchiamo la Verità, cioé Lui. La Verità ci fa felici e Lui vuole la nostra felicità.
Anteporre tutti i nostri affari alla ricerca dell’Assoluto è un’illusione. E’ come andare per la strada più lunga possibile che insieme ad altre molto più corte porta alla stessa meta.
Ci sono tanti modi per cercare Dio quante sono le coscienze. Ma Lui ci ha insegnato la via maestra per trovarlo sicuramente. Per trovarlo, però, dobbiamo coltivare in noi il desiderio della sua presenza e della Verità Assoluta. Ci sono tante verità, ma tutte portano a quella Assoluta, cioè Lui stesso.
Spesso, inconsciamente, pensiamo di perdere tempo quando lo dedichiamo a Dio in modo diretto. E’ anche questo un modo errato di rapportarsi con l’Assoluto, il quale non va relegato in alcuni cantoni domenicali o saltuari : deve essere al centro di ogni nostra iniziativa ed attività. E’ un po’ una sfida con noi stessi. Se, nella fede, gli diamo priorità, Egli pensa anche alle cose più marginali. Sa che dobbiamo nutrirci, scaldarci, comunicare, viaggiare, operare, creare. Se però certi obiettivi diventano degli assoluti, a scapito del rapporto con l’Assoluto, Dio non può farci violenza e ci lascia agire. La nostra stoltezza consiste nel fare le cose senza interessarci se è la sua volontà o solo ed esclusivamente la nostra. Allora bisogna pregare sinceramente per avere fede e lumi per fare la sua volontà.
Pier Angelo Piai