iussa7 picture

Il primo nemico molte volte siamo noi stessi quando poniamo degli ostacoli alla nostra evoluzione spirituale. Ostacoli di ogni tipo : vizi, errata visione di se stessi, sottostima o sovrastima, scarsa autoaccettazione, superficialità, ma soprattutto pochissima fiducia in Dio o, peggio ancora, indifferenza nei suoi confronti.

Dio ci avrebbe potuto creare direttamente come gli angeli, ma ha disposto di plasmarci dalla “polvere” perché, con il suo aiuto, potessimo risalire la china della pesante materia fino alla progressiva spiritualizzazione. Egli sa molto bene di che cosa siamo plasmati e quali sono le lotte che dobbiamo affrontare per vincere la staticità della morte.
Ci chiede soprattutto di accettarci così come siamo (ama il prossimo come te stesso), pur cercando di correggere i difetti che ci impediscono la crescita spirituale.

Ma la cosa essenziale, per poter realmente progredire, è conoscere a fondo noi stessi, la nostra mente, i nostri impulsi. E’ meglio evitare di giudicarci subito perché ciò può provocare una reazione spesso negativa : si odia il difetto o il vizio ma si finisce con l’odiare noi stessi , e ciò causa molti guai per la nostra mente e la nostra stessa anima.

Una persona equilibrata ha l’abitudine di osservare serenamente ciò che accade alla sua mente e cerca di penetrare il suo inconscio. Gradualmente si accorgerà che cose a cui dava eccessiva importanza sono solo degli anelli di una lunga catena di causa-effetto.

Solo con esercizi di instancabile pazienza ciò può essere realizzato. Pazienza con se stessi significa anche pazienza con gli altri. L’inizio della felicità consiste nel sapersi osservare per prendere coscienza di come siamo fatti, in che modo funziona la nostra mente, come ricordiamo ed elaboriamo idee e desideri, quali sono le emozioni e come sappiamo controllarle.
E’ importante non scoraggiarci quando prendiamo coscienza dei difetti e delle fragilità del nostro essere fisico e mentale.
Piuttosto è meglio approfondire il concetto di “difetto” che ci siamo creati su misura.

Può darsi che infiniti condizionamenti ci abbiano indotti a rappresentare ideali irraggiungibili e l’immagine che abbiamo di noi stessi sia molto sfasata. Anche per questo è meglio non precipitarci a giudicarci. Troppi sono gli elementi che sfuggono alla nostra coscienza immediata.

Dobbiamo umilmente ammettere che non ci conosciamo sufficientemente e che tutte le esperienze della vita terrena, gioie e dolori compresi, hanno la loro funzione specifica nella nostra evoluzione spirituale, in vista del raggiungimento della pienezza.
Se non si riesce a raggiungere ancora le virtù che ci siamo prefissati, o l’autocontrollo che vorremmo, bisogna saper attendere con pazienza e dinamismo.

Nella calma e nella riflessione si risolvono molti più problemi. Ci accorgeremo, così, che il nostro mondo interiore è davvero complesso e misterioso e forse, invece di stare a giudicarci, a piangerci addosso, di tormentarci perché non vorremmo essere come ci vediamo, accetteremo i nostri presunti limiti e troveremo più forza per amarci davvero e volgere ogni più piccolo pensiero al positivo.

Pier Angelo Piai