Focalizzando bene lo sguardo sul nostro presente esistenziale, ci accorgiamo che tutto è pervaso dalla morte e che la vita emerge sempre da essa. Muoiono le vecchie cellule per far posto alle nuove, si eclissa la precedente visione della vita per far posto alla nuova, anche se non ce ne accorgiamo.

Ogni istante della nostra esistenza è una novità perché subentra a quello precedente.

Ogni conoscenza, ogni nuova visione della vita,  ogni forma di solidarietà sono un’arricchimento di umanità, la quale tende a superare se stessa se fissa lo sguardo sull’Uomo-Dio Gesù!

Non dobbiamo lasciarci abbattere dal declino delle forze che sorreggono questa dimensione spazio-temporale perché, come dice Paolo, mentre il corpo esteriore si va disfacendo quello interiore si rinnova in continuazione, fino al trapasso finale, il quale non è altro che il punto di passaggio alla super-vita, dove la morte non potrà più regnare.

Considerando il fatto che Cristo è l’Uomo -Dio che ci indica come dovrebbe essere l’uomo perfetto che compie la volontà del Padre per divinizzarsi, la sua morte è la sintesi di tutte le morti che ci sono state e ci saranno ed è il punto critico della nuova umanità che sta per entrare nella nuova dimensione dell’Eterno, dove la nuda spazio-temporalità terrena non avrà più senso perché superata dalla Risurrezione.

La morte di Cristo è la nascita dell’Uomo nuovo in Lui, è la liberazione dai determinismi e dai condizionamenti, il superamento di ogni forma di meccanicismo e di ogni barriera evolutiva. È qui che comincia a regnare la vera vita eterna. Se uno muore in Cristo, rinasce in Dio e non potrà più temere la morte.

Pier Angelo Piai

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a cura di http://mondocrea.it