La logica mentale e culturale dell’uomo “cogitans” occidentale ha una chiave di lettura nel suo procedere: il tentativo di oggettivare l’Io.
Quando un individuo cosciente pensa a sé come “soggetto”, immediatamente cerca di porsi prima come oggetto pensato, inconsapevole che questa è un’operazione mentale illusoria.
Questo perché la vera soggettività è trascendentale e quindi incomprensibile attraverso le nostre categorie mentali ereditate dalla cultura occidentale.
L’autocoscienza opera sempre negando l’oggetto che sta pensando per poter affermare il proprio “io”, ed allorché pensa di aver in qualche modo individuato ciò che le pare soggettivo, si accorge che sta “oggettivando” anche il concetto di “soggettività”, proprio perché la sua natura è inafferrabile.
Ogni auto-coscienza si forma pensando al sè come soggetto, ma deve fare i conti con il processo di oggettivazione che si trova inconsapevolmente ad innescare.
Qualsiasi tentativo di percepire il sé è accompagnato dall’oggettivazione.
Tutto il pensiero occidentale è basato su questa dinamica del soggetto che viene pensato come oggetto senza raggiungere il vero obiettivo perché il vero soggetto è trascendentale.