Quando diciamo che Dio si è incarnato nell’Uomo-Dio Gesù Cristo, dobbiamo prendere coscienza che lo ha fatto per ognuno di noi, per cui questo grande evento di 2000 anni fa  ha a che fare direttamente con la nostra stessa personale esistenza, anche se apparteniamo ad un altra epoca.

I vangeli raccontano del Figlio di Dio fatto uomo, ma costituiscono anche il paradigma di tutto ciò che avviene in ciascuno di noi dal nostro concepimento, alla nascita fino alla morte.

Infatti al momento del concepimento il Signore ci assegna un angelo, la nostra nascita viene festeggiata da tutto il Cielo perché una nuova vita si affaccia all’Universo, dobbiamo poi crescere in sapienza e grazia davanti a Dio ed agli uomini tramite la formazione cristiana che riceviamo, abbiamo il compito di testimoniare la bontà di Dio e compiere il bene con il miracolo dell’amore, nei nostri momenti di preghiera e meditazione ci trasfiguriamo, dobbiamo cercare di compiere la volontà del Padre fino a rinunciare alla nostra vita per poi risorgere in Cristo divinizzati.

In questo senso Gesù Cristo si fa nostro contemporaneo ed è pure presente “storicamente” nei Sacramenti, in particolar modo nell’Eucaristia, memoriale della Pasqua, in cui egli trasforma il pane ed il vino nel suo corpo, nella sua anima e divinità, annullando così la distanza spazio-temporale che ci separa dal Gesù storico.

I Vangeli affermano che Maria, sua madre, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. (Lc.2-16)
Impariamo da Maria ad ascoltare e meditare su tutte le cose che avvengono in noi e fuori di noi alla luce di Colui che sorregge l’Intero Universo…