Tutti noi ci evolviamo sul DNA rilasciato dai genitori e sulla nostra esperienza. Ogni istante che abbiamo vissuto è trasferito nell’inconscio sotto forma di tracce mnemoniche, plasmando e riformando la nostra coscienza tramite la quale interpretiamo l’Universo che ci circonda.
Apparentemente in questa dimensione spazio temporale non siamo mai gli stessi perché la legge del “divenire” si presenta in modo inconfutabile dal punto di vista fenomenologico: muta continuamente il mondo esteriore, ma anche quello interiore.
Però nello stesso “divenire” avviene la nostra realizzazione.
Proveniamo dal nulla, nel senso che siamo stati progettati da Dio sin dall’eternità. Noi abbiamo la stessa identità nel momento del concepimento, durante l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza e la maturità.
Eppure ogni nostra situazione spazio-temporale non è esattamente quella di prima: cambiano le cellule del nostro corpo, cambia il modo di percepire della nostra mente e questi cambiamenti avvengono da un istante all’altro. Ed allora, noi chi realmente siamo se cambiamo continuamente?
Ognuno di noi è un’unità percepiente e gli attimi vissuti fanno parte del nostro “esserci”, quindi sembra improbabile che svaniscano nel nulla.
Tutto ciò che è esistito esiste ancora in un contesto diverso.
Nulla va perso dei nostri attimi precedenti, altrimenti non avrebbero senso. Essi “esistono” nell’eterno presente, perché dal momento che ci sono stati, la loro esistenza è inglobata nella persona in “pienezza” che siamo destinati a diventare e che ancora non riusciamo ad intravedere.
Nessuna esperienza o percezione, anche se brevissima, è perduta.
Ogni istante è parte integrale della nostra Unità Cosciente, la quale abbraccia l’intero arco della nostra esistenza. E questo grazie alla nostra anima immortale.