La nostra vita terrena è in continua evoluzione e questo fatto ci fa intuire che ci stiamo orientando verso una nuova dimensione esistenziale. Per questo dovremmo cercare di andare oltre i luoghi comuni relativi al concetto di “divenire” che dovremmo rettificare nella riflessione più approfondita.
Noi, inconsciamente, presupponiamo che tra ogni stadio e l’altro del divenire personale e cosmico ci sia un intervallo di “nulla”.

Ma ciò che esiste non può essere “nulla”, per cui noi viviamo l’esistenza evolvendoci in senso diacronico: lo stadio successivo non annulla quello precedente, ma lo integra. In questo senso ogni attimo precedente o successivo è una nuova forma di esistenza.
In effetti nessun attimo è perfettamente uguale all’altro. Biologicamente si attuano dei micro-cambiamenti che per noi sono impercettibili, ma ci sono. Nel nostro corpo le cellule muoiono e vengono rimpiazzate continuamente per opera del sangue che circola.

Anche il sistema “mente-coscienza” muta in ogni istante in base agli stimoli esterni ed alle proprie emozioni.

Spesso diamo per scontato che le percezioni in  determinati contesti in cui viviamo siano tutte uguali, ma non è così: ogni istante percepiamo in modo diverso, ma non ce ne accorgiamo. Chi ha una età più avanzata è più cosciente di non essere  lo stesso rispetto a quando era più giovane, non solo fisicamente ma anche mentalmente perché reagisce sempre in modo diverso a tutti gli stimoli esterni ed interni mano a mano che invecchia.

Noi siamo abituati a denominare “vita” l’intero arco di tempo che va dalla nostra nascita alla morte. Ma questa vita terrena è una spirale evolutiva composta da stadi e frammenti di stadi, ognuno dei quali è sempre una “vita” in qualche modo diversa dalle altre. (Una verità adombrata e frammentata nel concetto di metempsicosi e reincarnazione di molte civiltà e culture)

Il nostro divenire umano ci indica che siamo costantemente in fase evolutiva e la freccia ascendente è diretta verso una meta che ancora non conosciamo bene: la pienezza dell’essere che raggiungeremo, la quale sarà una perfetta integrazione tra quello che siamo stati e l’uomo nuovo in Cristo.

Pier Angelo Piai