In un famoso Istituto Tecnico della più vicina cittadina, dopo la morte del vecchio preside ne subentrò un altro, ma le cose cominciarono a cambiare. Il nuovo preside si proponeva di dare un forte impulso alla scuola, aumentando anche il volume di affari e cominciò ad assumere nuovo personale tra progettisti, impiegati e tecnici.
Alcune voci sostenevano che usava metodi clientelari, perché era risaputo che , essendo quell’ istituto tecnico privato (finanziato, però, con i fondi pubblici), per le assunzioni non c’era l’obbligo di affrontare un concorso e di rientrare in una graduatoria.
Il vecchio personale si sentiva trascurato e alcuni si lamentavano che era stata un po’ tradita una delle principale finalità dell’Istituto nato su ispirazione cristiana, perché molti nuovi insegnanti ed impiegati assunti erano praticamente atei, erano stati tolti i crocifissi dalle aule, la didattica diventava sempre più astrusa ed incoerente a causa delle complicazioni burocratiche che le esigenze dell’accreditamento della scuola richiedevano per poter usufruire dei fondi statali.
Le cose peggioravano di giorno in giorno e qualcuno informò delle ultime vicende Elia, vecchio amico della scuola.
Elia, allora riferì il tutto ad amico, alto funzionario del Ministero e concordò di recarsi insieme in quella scuola per rendersi conto su come effettivamente stavano le cose.
Elia, vestito in giacca e cravatta, si recò in quella scuola insieme al funzionario e chiese ad un’impiegata di poter essere accolto dal nuovo direttore.
L’impiegata lo osservò e si ricordò che lo aveva visto diverse volte, nel passato, in compagnia con il vecchio direttore, pertanto era convinta che quella persona fosse un importante membro dell’amministrazione dell’ente privato a cui apparteneva la scuola. Chiese loro di attendere ed avvertì il preside, il quale sapeva che a questo ente interessava più il bilancio della didattica…
Poi, al ritorno disse: “il Preside è disponibile subito ad accogliervi, anche perché vorrebbe informare con alcune cose importanti l’Ente gestore che voi rappresentate.”
Elia, intuì subito il disguido, e si mise d’accordo di far parlare l’amico funzionario.
La segretaria accompagnò Elia con il suo amico sino all’ingresso dell’ufficio di Presidenza e li fece accomodare, mentre il preside venne loro incontro dando loro la mano .
Elia cominciò: “Signor Preside, come va l’Istituto che sta dirigendo?”
Il preside rispose: ”Come immagino sappiate, sono subentrato da poco in questa scuola. Ho intenzione di effettuare cambiamenti radicali…”
“Davvero…quali?” – prese la parola l’amico di Elia, intenzionato a condurre personalmente il dialogo:
– “Mi sono circondato di validi collaboratori e con essi porteremo avanti un progetto molto efficace. Innanzittutto cominceremo con le risorse umane: ci sono molti docenti con una certa anzianità di servizio che non riusciamo a “riciclare” e per noi non costituiscono un valore aggiunto: più che altro sono una zavorra perché troppo sindacalizzati….hanno delle pretese…miglioramenti relativi agli orari, economici ecc.”
– “Come pensa di risolvere il problema?”
– ”Stiamo molto attenti a non dare loro certi incarichi particolari e lasciamo che vadano in estinzione.”
– “Non teme una loro reazione dal punto di vista sindacale?”
“Non ci preoccupa questo. I rappresentanti sindacati li abbiamo tranquillizzati concedendo loro dei piccoli privilegi.”
– “E’ vero che ha intenzione di procedere a nuove assunzioni?”
– “Per quanto riguarda la docenza, le nuove assunzioni saranno tutte a tempo determinato in modo tale che i contratti scadano a giugno e quindi nessuno avrà il coraggio di protestare. A questi nuovi docenti assegneremo più ore di docenza frontale così possiamo assumere più personale non docente per il nostro progetto.”
– “Ma questo non potrebbe comportare un rischio per il bilancio?”
-”Ho pensato che grazie all’amministrazione pubblica potremo procedere ad altre assunzioni…ma bisogna creare nuove mansioni: progettisti, addetti alle varie segreterie, impiegati di concetto, responsabili delle pubbliche relazioni, marketing, sistemi qualità….insomma un piccolo sistema gerarchico dove io posso gestire l’Istituto senza tanti fastidi. L’importante è far quadrare i bilanci.. e ci sono tanti modi per farlo.”
– “Avete un progetto didattico ed educativo?”
-”Beh… ci sono i progettisti per questo: a noi interessa che il Ministero approvi annualmente i progetti. A dir la verità, detto tra noi, questi progettisti sono esperti nel “copia-incolla”. Al momento opportuno pescano dai sistemi informatici programmi, competenze, performance. Oggi è tutto più semplice: l’importante è la forma più che i contenuti. Quelli sì che portano valore aggiunto. Quando viene approvato un progetto…aumenta il nostro fatturato. Allo Stato, poi, interessa che tutto sia burocraticamente ineccepibile ed è molto attento a come vengono presentati i progetti.”
– “Come potete valutare la qualità dell’insegnamento di ogni singolo docente?”
– “Su questo siamo abbastanza informati. Ci sono molte fonti di informazione… A noi interessa che non avvengano irregolarità e che tutto si svolga tranquillamente. Non vogliamo fastidi. A noi interessa che il docente riesca a tenere a bada la classe. Se usa metodi innovativi attraverso la programmazione personale o la multimedialità, bene, ma per noi ha importanza relativa. Il docente deve coprire tutti gli orari, firmare regolarmente il registro e far osservare ai ragazzi le norme del regolamento. Il nostro obiettivo fondamentale è quello di far quadrare il bilancio, costi quel che costi. A noi interessa che i ragazzi imparino una professione per il buon nome della scuola… la trasmissione dei valori tradizionali serve relativamente…Il bilancio è molto più importante! Credo che la pensiate anche voi così”.
I due non chiesero altro e se ne andarono.
Naturalmente l’amico funzionario, che era una persona retta, rimase piuttosto scandalizzato e promise ad Elia che avrebbe rimediato a tutti i costi.
Dopo alcuni giorni il Preside fu rimosso e vennero licenziati gli inutili impiegati. Venne nominato un saggio direttore che ripristinò i valori cristiani e riorganizzò la programmazione per il bene degli allievi, senza dare priorità al bilancio. I docenti, così, ringraziarono Elia e gli furono sempre riconoscenti.