Irene, una casalinga ex-operaia moglie di un modesto pensionato, era esasperata dalla situazione sociale ed economica in cui si trovava a dover sopravvivere. Le manovre di quel governo causarono l’innalzamento dell’età pensionabile in modo spropositato ed era ossessionata dalle continue nuove tasse che la rendevano sempre più povera.
Avrebbe voluto esternare a tutti questo disagio affinché i politici vi ponessero qualche rimedio efficace. Era consapevole che moltissime persone vivevano la sua stessa situazione.
Un giorno ascoltò casualmente le parole del Presidente della Repubblica il quale, per giustificare l’enorme dispendio di risorse dovuto al mantenimento delle tradizioni patriottiche, sosteneva che i simboli di una nazione non potevano essere considerati uno spreco.
Irene si sentì molto indignata, avrebbe volentieri appoggiato una qualche rivoluzione popolare, ma per contenere la sua rabbia impulsiva decise di recarsi dal saggio Elia per chiedergli qualche consiglio.
Elia ascoltò in silenzio. Poi le consigliò di scrivere una lettera da spedire ai direttori di tutti i giornali tramite le mail. Le suggerì questo contenuto:
“Il Presidente della Repubblica ha recentemente affermato: “I simboli di una nazione non possono essere considerati uno spreco”
Io, casalinga quasi sessantenne, moglie di un modesto pensionato e madre di un figlio disoccupato, ho pensato e ripensato a queste sacrosante parole dette da un illustre Capo di Stato di una grande nazione, quale è l’Italia.
I vari governi mi hanno tolto 12 anni di pensione per far fronte alla crisi. Questo perché dopo aver maturato gli anni necessari per avere un minimo garantito all’età pensionabile, mi ero ritirata dal lavoro per poter accudire meglio i famigliari.
Attualmente non posso usare molto l’automobile perché il prezzo della benzina è raddoppiato, giro per i supermercati alla caccia di qualche offerta per riuscire ad arrivare almeno alla terza settimana del mese, cerco di farmi prestare da qualche parente i soldi per pagare l’IMU, ho diradato molto le visite mediche di controllo a causa dell’aumento del ticket. Ho ridotto drasticamente il consumo di metano per il riscaldamento, della luce e dell’acqua a causa delle bollette salate
Dalla TV che ancora seguo fino a che riesco a pagare il canone imparo molte cose.
In questo modo vengo a sapere dei costi esorbitanti della politica e dell’amministrazione pubblica. Mi informo anche sugli sprechi nei vari settori della vita civile ed economica, sull’attività frenetica degli istituti bancari e finanziari, sull’evasione fiscale, sullo spread…
Fiera di appartenere a questa grande nazione, ho seguito la grande parata in occasione della festa della Repubblica, ascolto spesso notizie sulle pattuglie acrobatiche nazionali che si esibiscono ovunque e che mantengono alto il prestigio della Patria, seguo i telegiornali riguardanti l’attività delle “missioni di pace” all’estero.
Ha ragione il Presidente: bisogna mantenere i simboli, anche se costosi, e per questo sono contenta di rinunciare alla pensione, alle spese voluttuarie, alle vancanze al mare o ai monti, al riscaldamento e a tante cose che i nostri amministratori ritengono secondarie.
Vorrei tanto esporre una bandiera tricolore sopra il mio balcone, cercherò a tutti i costi di trovare i soldi per comprare questo importante simbolo.
Sono fiera di appartenere a questa nazione!”
Irene
L’amministrazione comunale del suo paese, venuta a sapere di questo suo ammirevole sentimento pattriottico, le regalò una bandiera accompagnata da una lettera firmata dallo stesso sindaco su cui era scritto:
“Apprezzo il Suo alto senso civico e la Sua volontà di esternare sentimenti di così forte attaccamento alla Patria nonostante le difficoltà che il periodo riserva a Lei e alla Sua famiglia, così come a tanti altri nostri connazionali e a tanti altri Paesi coinvolti in questa grave crisi economica globale.
Mi permetto di offrirLe una bandiera tricolore, al fine di soddisfare in questa grave crisi economica globale.
Mi permetto di offrirLe una bandiera tricolore, al fine di soddisfare il desiderio di esporre questo alto simbolo della nostra identità nazionale al Suo balcone.”
Cordialmente.
Dalla Residenza Municipale…
Irene rimase con un dubbio: Avevano capito il suo tono ironico? Era una risposta altrettanto ironica?
Tornò da Elia, il quale lesse la lettera e le disse:
Considera tutte due le ipotesi: se non è stata compresa l’ironia, allora rifletti sul tipo di intelligenza che possiedono coloro che ci amministrano, se invece era una risposta ironica rifletti sul loro cinismo. Ambedue i casi, comunque, dovrebbero rivelarti molte cose.
Come vedi la vera rivoluzione da fare è quella delle coscienze sia degli elettori che degli eletti. Comunque, nel tuo piccolo, in qualche modo, hai innescato una piccola rivoluzione. La tua lettera, puoi starne sicura, ha contribuito ad una presa di coscienza di qualcuno e porterà i suoi frutti nel tempo. Non disperare mai, ma procedi nella tua rivoluzione interiore, la quale è più contagiosa di quello che immagini.
Irene continuò così la sua silenziosa battaglia e, come aveva previsto il saggio Elia, cominciò a vedere qualche frutto nella stessa nuova e saggia amministrazione comunale…