C’é una categoria di persone molto penalizzate di cui nessuno si occupa.
Rosa
P. è l’emblema di migliaia di casalinghe che sono state colpite in modo
pesantissimo soprattutto dall’ultima manovra dell’attuale governo
tecnico.

È nata nel 1954 ed ora ha 58 anni.

Aveva cominciato a
lavorare da ragazza fino al 1989, allorché aveva 35 anni d’età. Sino
allora aveva versato 20 anni di contributi, poi, d’accordo con il
marito, decise di lasciare il lavoro per accudire alla famiglia.

La legge allora stabiliva che le donne potessero andare in pensione di vecchiaia all’età di 55 anni.
Poi i successivi governi spostarono gradualmente l’età pensionabile oltre i 60 anni ed ora fino a 67…

Attualmente
la sua famiglia è costituita da 3 membri membri: lei (che non può
lavorare anche per motivi di età e di salute), il marito pensionato e un
figlio studente universitario disoccupato.

Come lei in Italia ci sono migliaia di casi.

Vogliamo
prendere in seria considerazione questo fatto che è un vero e proprio
furto legalizzato a danno di chi aveva lasciato il lavoro per accudire
alla famiglia fidandosi dello Stato?

Come mai lo Stato cambia le regole
su diritti da molto tempo acquisiti rapinando ben 12 anni di pensione
(circa 80.000 euro in tutto) ai danni di chi è debole, indifeso e non ha
la possibilità di rivendicare il suo sacrosanto diritto?