LASCIARE CASA E AFFETTI TERRENI PER IL REGNO DEI CIELI

“In verità vi dico, non c’é nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel presente e la vita eterna nel tempo che verrà” (Gesù in Lc 18,29)

Lasciare in questo caso potrebbe significare “dare la priorità al Regno dei Cieli”. Tutto dovrebbe essere fatto in funzione di questo Regno, che è Regno d’Amore. Ci sono tanti modi per  interessarsi al Regno dei Cieli. I momenti di preghiera, studio e meditazione. La carità operativa verso i bisognosi. L’accoglienza dell’altro.

Nè casa né famigliari possono sostituire questo Regno perché essi indicano le proprie comodità ed i propri vantaggi.

La casa è il mondo “ovatatto” di cui ci circondiamo normalmente, un luogo che arrediamo per il nostro gusto personale, una mentalità ristretta alla personale dimensione spazio-temporale.

Moglie, fratelli, genitori e figli costituiscono l’aspetto affettivo che ci fa sentir “protetti” in questa dimensione che ci siamo costruiti nel tempo.

Lasciare casa ed affetti significa uscire dalle proprie sicurezze (anche ideologiche), dilatare il nostro cuore oltre l’angusto spazio della nostra visuale della vita per spaziare oltre se stessi. Chi lo fa riceve a sorpresa molto di più nel presente perché il vero amore ha già la sua ricompensa in se stesso.

Comunque, sotto quest’ottica, è possibile dare la priorità del Regno dei Cieli anche in casa e tra i famigliari, visti però alla luce di Dio come persone da soccorrere perché costituiscono il nostro prossimo.

Pier Angelo Piai