IL SOLE CI RICHIAMA IL DIO TRINITARIO
MONOLOGO DEL SOLE RIVOLTO ALL’UMANITÀ
Tutti voi terrestri parlate spesso di me, l’astro più vicino a voi. E avete ragione.
Vi dono il giorno e la notte, sconfiggo le tenebre con la luce, vi riscaldo con il mio calore.
La vita di tutti gli esseri viventi della terra che abitate dipende da me perché è grazie alla mia energia che faccio crescere ciò che coltivate per nutrirvi, sciolgo l’acqua per dissetarvi, muovo l’aria per i cambiamenti climatici, faccio evaporare l’acqua del mare e dei fiumi per formare le nubi che arrecano pioggia e neve, vi procuro ogni tipo di combustibile per le vostre attività.
Ma io non sono stato creato solo per la vostra sopravvivenza.
Voi uomini avete l’intelletto per scoprire che siete stati creati per l’immortalità. Purtroppo pochi di voi intuite i significati più profondi per cui esisto.
Pensateci: ciò che sono e ciò che faccio potrebbero richiamare il Dio trinitario.
Dio è l’Uno, perché il più semplice: infatti in me avviene la fusione continua di tantissimi atomi di idrogeno, l’elemento che ha un solo elettrone…
Tutta la molteplicità tende all’uno.
Di Dio si dice che è uno e trino:
Io sono dinamismo: ciò vi ricorda quello che il Padre dice di sé: Io sono Colui che é e che fa divenire.
Io emano la luce più forte: il Figlio dice di sé: Io sono la luce del mondo.
Da me proviene il calore: lo Spirito Santo è amore attivo e dinamico che riporta il molteplice all’uno.
La mia luce, quindi, è il dinamismo attivo e visibile, ovvero la sua manifestazione (generato non creato), mentre il calore non è la luce ma il suo propulsore.
Nonostante tutto l’intimità di questi elementi è perfetta. Senza la luce non sarebbero visibili né dinamismo né calore. Senza il calore il dinamismo è superfluo e la luce non scaturirebbe.
Ogni elemento é quindi funzione dell’altro ed è l’altro, pur distinguendosi.
La mia immagine, comunque è molto imperfetta per essere riportata a quella del Creatore. La vostra coscienza può inizialmente appoggiarvisi finché risiede nel suo alveo nucleare, ma poi deve risalire le spire spaccando il nucleo dei concetti per riposare nell’Essenza dell’Essere sussistente, priva di immagini e forme…
Ne è riprova il fatto che io non posso essere fissato a laungo dal vostro occhio nudo senza subire danni irreversibili: bisogna interporre un corpo translucido.
Così è di Dio: nessun terrestre può vederlo e rimanere vivo. Fin che siete in quel nucleo terreno il vostro intelletto lo intravede mediamente per intuizione e tramite la fede.
Pier Angelo Piai