Cristian era un ragazzino semplice ed ingenuo. Per questo motivo, però, non era considerato dai suoi compagni di classe anche perché non eccedeva nello sport e non riusciva a sostenere gli argomenti che spesso affrontavano.
Si rifugiava spesso nel suo mondo: preferiva la compagnia della sua lilli e giocava persino con le galline.

Un giorno Cristian  era esasperato dal fatto che  i suoi compagni di classe e i suoi migliori amici lo trascuravano a causa di alcune calunnie sul suo conto e lo prendevano molto in giro.

Cristian non voleva più accettare quella situazione e si diresse casualmente verso un cimitero abbandonato, fuori dal paese. Pensava che sarebbe stato meglio  non vivere e pensieri cupi affollavano la sua mente ed era così angosciato che cominciò ad entrare in uno stato confusionale.

Ren Zen, un giovane immigrato cinese, il quale, avendo la giornata libera dal lavoro  si trovava nei dintorni e si era accorto che c’era qualcosa di strano in quel ragazzino che se ne andava via tutto solo verso un cimitero abbandonato.
Forse, pensava, aveva bisogno di sostegno.

Diffatti, vedendolo così angosciato e smarrito, gli andò incontro, lo rassicurò delle sue buone intenzioni e cercò di consolarlo.

A Cristian avevano sempre insegnato di diffidare degli sconosciuti.
Ma non aveva mai visto un cinese ed era incuriosito anche perché gli sembrava molto saggio per la sua giovane età.
Ren gli spiegò che in Cina aveva frequentato da piccolo un monastero buddista e qui imparò molte cose.
Lo invitò a spiegargli quello che gli era successo.  Cristian cominciò ad aprirsi raccontandogli dei suoi rapporti con i compagni e delle calunnie nei suoi confronti.

Ren Zen ascoltava con molto interesse e cercò di rassicurarlo: gli diede alcuni suggerimenti su come comportarsi quando veniva preso in giro da qualcuno.
Lo esortava a non adombrarsi con nessuno, di tacere e dimostrargli ancora benevolenza.
In genere, diceva, la miglior soluzione è quella di cercare di comprendere il momento senza rancore, anzi, diceva, una persona in genere si pone alcuni interrogativi di fronte al fatto che l’individuo preso di mira evidenzia i suoi pregi, piuttosto che i difetti, dandogli chiari segnali di calma e benevolenza nei suoi confronti.

Cristian era stupito di fronte a questi consigli e si chiedeva se sarebbe mai stato in grado di metterli in pratica.

Ren percepiva le perplessità di Cristian e lo portò su un ponte di legno un po’ traballante: gli disse che quando due si trovano nella stessa situazione diventano più solidali e camminano insieme raggiungendo l’altra riva.

Cristian aveva capito bene: Ren gli aveva aperto la mente e occhi.
In fondo tutti siamo sullo stesso ponte traballante della vita con pregi e difetti: il più forte è quello più calmo e coraggioso grazie alla sua consapevolezza ed aiuta l’altro a percorrere il cammino della consapevolezza.

Ren gli diceva che noi tutti esistiamo in modo diverso dagli altri ma abbiamo molte cose in comune proprio perché  il compito di tutti è quello di essere solidali l’uno verso l’altro nell’arduo cammino evolutivo della vita.

Cristian mise in pratica i consigli di Ren e si rese conto che producevano i loro effetti positivi: nessuno osava più prenderlo in giro ed i rapporti con i compagni cominciarono ad armonizzarsi.
Da allora divennero grandi amici e Cristian continuava ad acquisire sempre più saggezza.

di Pier Angelo Piai