dal settimanale “Vita cattolica” del 9/01/03
Giovanni Del Missier
Siamo tutti ansiosi di vedere finalmente la «nuova Eva», la prima bimba-fotocopia venuta al mondo grazie alla tecnica della clonazione per trasferimento nucleare.Siamo ansiosi anche se, sulla verità della notizia, un po’ di scetticismo è d’obbligo visto il grande clamore che ha abilmente accompagnato l’annuncio dell’evento al mondo intero: notizie simili in passato si sono rivelate autentiche «bufale» e ci hanno insegnato ad attendere conferme affidabili dai test per sapere se effettivamente questa figlia è anche cromosomicamente sorella gemella di sua madre.
Siamo ansiosi, anche se è evidente che grandi saranno i vantaggi economici che ne seguiranno per la Clonaid, nei cui laboratori biotecnologici si sarebbe compiuto il sorprendente concepimento: indipendentemente dai risultati delle analisi cliniche questa azienda commerciale si è assicurata una visibilità mediatica inimmaginabile con una normale campagna pubblicitaria.Siamo ansiosi, anche se non abbiamo alcun dubbio sulla assurdità delle farneticanti affermazioni della setta dei Raeliani che vedono nell’umanità l’esito di un esperimento degli extra-terrestri e che credono che la clonazione sia il primo passo verso la conquista della vita eterna attraverso il trasferimento della propria memoria individuale in cloni opportunamente modificati, cioè in copie umane «svuotate» dei loro ricordi.Si, ammettiamolo, siamo tutti ansiosi di vedere questa bambina, ma anche profondamente preoccupati di fronte ad una scienza biomedica così tecnologicamente avanzata da dimenticare che la sua prima finalità è quella di produrre benefici autentici per ogni uomo e non di rivoltarsi contro l’umanità mettendo in pericolo la sua stessa autocomprensione.
Ecco perché sono preoccupati i medici e gli scienziati, unanimi nel condannare l’impiego di questa tecnica in ambito riproduttivo umano in quanto tra gli animali sono stati rilevati tassi di insuccesso estremamente elevati ovvero percentuali altissime di abortività e di anormalità genetiche nei nuovi nati, le cui cellule vedrebbero la luce già «vecchie» e sfibrate.Ecco perché sono preoccupati i giuristi e i politici in quanto la nascita di un clone sovverte basilari relazioni sociali – filiazione, consanguineità, parentela, genitorialità – e lede diritti umani fondamentali quali il principio di parità e di uguaglianza tra tutti gli uomini, il principio di non discriminazione che proibisce di ridurre le persone a strumenti di altri.Ecco perché sono preoccupati i filosofi e i bioetici perché questa manipolazione tecnologica disconosce profondamente la dignità dell’embrione umano esponendo a grave rischio la sua sopravvivenza e il suo sviluppo psicologico successivo.
Per di più, sostituendosi alla calda gestualità intraconiugale, riduce il nascituro a mero prodotto di un freddo laboratorio invece di contribuire a far sì che ogni nuova vita sia il frutto dell’amore incarnato tra un uomo e una donna. Solo Dio sembra rimanere in silenzio, ma non per disinteresse. Ai suoi occhi ogni bambino, fin dal momento della fecondazione, è termine di una relazione personale e costitutiva che lo lega indissolubilmente a Lui e che rende sacra e inviolabile la sua vita.
Ai nostri giorni un essere umano può essere concepito naturalmente o artificialmente; può essere il risultato di un gesto d’amore o – Dio non voglia – di un atto di violenza; può essere desiderato e accettato oppure rifiutato e, perfino, soppresso prima di vedere la luceIn ogni caso è sempre oggetto dell’Amore tenero e appassionato di Dio che non smette mai di essere Padre: è questa la grande promessa attuata nel suo Figlio Gesù, il Bambino che è nato per noi! Dio si prende le sue responsabilità e rimane fedele fino in fondo, ma il suo è un Amore esigente che chiede anche a noi di assumerci con serietà i nostri impegni: – quello di amare, servire, accogliere ed educare la vita sempre, anche quando essa si presenta debole, indifesa o, purtroppo, segnata da handicap; – quello di rifiutare le modalità di ottenere la riproduzione umana in maniera non corrispondente alla sua altissima dignità, specialmente sottraendola al contesto vitale della famiglia fondata sul matrimonio; – quello di orientare le promettenti risorse della scienza e della tecnica verso la promozione autentica di tutta l’umanità e il vero bene di ogni uomo, anche attraverso la statuizione di norme legali certe ed efficaci.Solo così, l’ansia e le preoccupazioni, giustamente sollevate dalla notizia di Eva – la bambina clonata – ma destinate a estinguersi in breve tempo, lasceranno spazio ad una responsabilità duratura e indispensabile nei confronti di un bene così prezioso qual è la vita umana.