CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA (COMPENDIO)
CAPITOLO PRIMO
«AMERAI IL SIGNORE DIO TUO CON TUTTO IL TUO CUORE, CON TUTTA LA TUA ANIMA
E CON TUTTA LA TUA MENTE»
IL PRIMO COMANDAMENTO: IO SONO IL SIGNORE DIO TUO.
NON AVRAI ALTRO DIO FUORI DI ME
442. Che cosa implica l’affermazione di Dio: «lo sono il Signore Dio
tuo» (Es 20,2)?
2083-2094; 2133-2134
Implica per il fedele di custodire e attuare le tre virtù teologali e di
evitare i peccati che vi si oppongono. La fede crede in Dio e
respinge ciò che le è contrario, come ad esempio, il dubbio volontario,
l’incredulità, l’eresia, l’apostasia, lo scisma. La speranza
attende fiduciosamente la beata visione di Dio e il suo aiuto, evitando la
disperazione e la presunzione. La carità ama Dio al di sopra di
tutto: vanno dunque respinte l’indifferenza, l’ingratitudine, la
tiepidezza, l’accidia o indolenza spirituale, e l’odio di Dio, che nasce
dall’orgoglio.
443. Che cosa comporta la Parola del Signore: «Adora il Signore Dio tuo
e a lui solo rendi culto» (Mt 4,10)?
2095-2105; 2135-2136
Essa comporta: adorare Dio come Signore di tutto ciò che esiste; rendergli
il culto dovuto individualmente e comunitariamente; pregarlo con
espressioni di lode, di ringraziamento e di supplica; offrirgli sacrifici,
soprattutto quello spirituale della propria vita, in unione con il
sacrificio perfetto di Cristo; mantenere le promesse e i voti a Lui fatti.
444. In qual modo la persona attua il proprio diritto a rendere culto a
Dio nella verità e nella libertà?
2104-2109; 2137
Ogni uomo ha il diritto e il dovere morale di cercare la verità,
specialmente in ciò che riguarda Dio e la sua Chiesa, e, una volta
conosciuta, di abbracciarla e custodirla fedelmente, rendendo a Dio un
culto autentico. Nello stesso tempo, la dignità della persona umana
richiede che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la
propria coscienza, né impedito, entro i giusti limiti dell’ordine
pubblico, di agire in conformità ad essa, privatamente o pubblicamente, in
forma individuale o associata.
445. Che cosa proibisce Dio quando comanda: «Non avrai altri dèi di
fronte a me» (Es 20,2)?
2110-2128; 2138-2140
Questo Comandamento proibisce:
– il politeismo e l’idolatria, che divinizza una creatura,
il potere, il denaro, perfino il demonio;
– la superstizione, che è una deviazione del culto dovuto al vero
Dio e che si esprime anche nelle varie forme di divinazione, magia,
stregoneria e spiritismo;
– l’irreligione, che si esprime nel tentare Dio con parole o atti;
nel sacrilegio, che profana persone o cose sacre soprattutto l’Eucaristia;
nella simonia, che è la volontà di acquistare o vendere le realtà
spirituali;
– l’ateismo, che respinge l’esistenza di Dio, fondandosi spesso su
una falsa concezione dell’autonomia umana;
– l’agnosticismo, per cui nulla si può sapere su Dio, e che
comprende l’indifferentismo e l’ateismo pratico.
446. Il comando di Dio: «Non ti farai alcuna immagine scolpita…»(Es
20,3) proibisce il culto delle immagini?
2129-2132; 2141
Nell’Antico Testamento con tale comando si proibiva di rappresentare il
Dio assolutamente trascendente. A partire dall’Incarnazione del Figlio di
Dio, il culto cristiano delle sacre immagini è giustificato (come afferma
il secondo Concilio di Nicea del 787), poiché si fonda sul Mistero del
Figlio di Dio fatto uomo, nel quale il Dio trascendente si rende visibile.
Non si tratta di un’adorazione dell’immagine, ma di una venerazione di chi
in essa è rappresentato: Cristo, la Vergine, gli Angeli e i Santi.