Gesù disse: chi non porta la sua croce  e non mi segue non è degno di me. (Mt.10,38)
Qual è la nostra croce?  Essa è costituita da tante situazioni:

– La nostra stessa fragile esistenza.
Ci sentiamo spesso sperduti ed angosciati nel sentirci rivestiti di questo nostro corpo mortale, immerso in un contesto esistenziale misterioso, dove tutto può accadere e in qualsiasi momento la nostra vita terrena potrebbe cessare.

– La fatica della quotidianità.
Le giornate si susseguono con il loro ritmo ripetitivo, il quale comporta una certa capacità di sopportazione nel superare anche la noia e gli altri disagi.
I disagi del tempo che scorre, del clima, del traffico, dell’inquinamento e tantissimi altri come I limiti fisici ed intellettuali e le frustrazioni della vita quotidiana.

– La fedeltà agli impegni presi in base a valori positivi.
Spesso questa fedeltà si indebolisce perché non trova una motivazione più convincente. Per poter procedere bisogna saper vincere la pigrizia e credere nei valori profondi dell’amicizia, della solidarietà, della famiglia e di tante altre caratteristiche antitetiche all’egoismo.

– I momenti di aridità interiore
Sono momenti in cui non troviamo alcuna consolazione nelle cose dello spirito  e nella preghiera che diventa impegnativa. Nel fondo del nostro cuore vorremmo credere anche quando tutto ci sembra così oscuro!

– Le tentazioni che ci affliggono
perché facciamo fatica ad affrontarle da soli e dobbiamo sempre chiedere l’aiuto dello Spirito.  Dio ci conosce a fondo ed è Misericordioso. Quando si cade in qualche fragilità bisogna avere il coraggio di tirarci su e continuare il nostro cammino evolutivo, anche quando è difficile accettarci per quello che siamo.

– La sopportazione del prossimo
Il prossimo il più delle volte non si comporta secondo i nostri schemi e i nostri desideri.
Spesso è faticoso sopportare la presenza degli altri perché non ci rendiamo conto di quanto noi siamo insopportabili a noi stessi ed agli altri.

-Gli impegni professionali
I quali richiedono sempre nuove energie. Quando uno compie bene il suo dovere, che sia studente, operaio, impiegato o dirigente, sa portare la propria croce ed è gradito al Signore perché contribuisce anche alla promozione umana degli altri.

– Gli impegni familiari
Che spesso sono anche gravosi. Rimanere fedeli alla propria famiglia, anche quando le cose non vanno come vorremmo, è spesso una croce che ci eleva fino a Gesù Cristo senza che ce ne accorgiamo. Soprattutto quando subiamo
l’incomprensione dei famigliari, dei figli o dei parenti  ingrati ed egoisti.

– Le critiche giuste ed ingiuste degli altri che ci fanno star male.
Quando veniamo criticati ingiustamente e non abbiamo la possibilità di difenderci assomigliamo di più a Gesù Cristo che durante la vita terrena è stato molto incompreso, calunniato, perseguitato solamente perché diceva la Verità.

– Le rinunce di ogni tipo per essere coerenti alla propria etica cristiana o laica.
Nella vita terrena dobbiamo rinunciare a molte cose che ci allettano e che soddisferebbero la nostra umanità. Questo perché spesso cozzano con i nostri principi e valori. Il Regno dei cieli è dei violenti

– La malattia e la fragilità  psico-fisica
che spesso subiamo e che difficilmente riusciamo ad accettare.

Se sappiamo sinceramente offrire tutte queste croci al Signore, il quale ha sofferto per i nostri peccati,  diventiamo sempre più conformi alla sua immagine e simili a Lui nell’Amore . Egli ci consolerà e ci illuminerà sulla loro importanza per raggiungere la felicità eterna.

Pier Angelo Piai